Oltre centomila docenti precari abilitati esclusi dal piano assunzionale del Miur per quello che si può tranquillamente definire come un mega ricorso contro il decreto 767/2015 che sancì l'esclusione di un vero e proprio esercito di insegnanti.
I sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals-Confsal e Gilda-Unams, come anche riportato dal numero di martedì 20 ottobre 2015 del quotidiano 'Italia Oggi', hanno presentato al Tar del Lazio un ricorso che non ha come obiettivo quello di impedire le immissioni in ruolo, ma che si prefigge lo scopo di estenderle a tutti coloro che non hanno potuto (ingiustamente) partecipare al piano di assunzioni, nonostante l'abilitazione all'insegnamento.
Precari GI seconda fascia e abilitati concorsi ante 2012: ricorso contro decreto 767/2015
Il ricorso riguarda i precari inseriti nella Graduatorie di Istituto di II fascia e che non sono iscritti nelle GaE: i sindacati contestano al governo la discriminazione mossa nei confronti di questi insegnanti che possiedono gli stessi requisiti dei 'colleghi', visto che, in sede di supplenza, risultano destinatari di ugual tipologia di incarico.
Anche gli abilitati dei concorsi precedenti all'ultimo concorsone del 2012 si sono mossi contro il decreto 767/2015, in ragione della violazione dei principi costituzionali di ragionevolezza e di affidamento: la legge 107, infatti, ha concesso ai soli docenti inclusi nelle GM del 2012 la possibilità di presentare la domanda di assunzione ma siccome il concorso, all'epoca, non fu bandito per tutte le classi di concorso, appare evidente che un gran numero di docenti finì per restare inevitabilmente escluso dalla partecipazione.
Scuola news 20 ottobre 2015: diplomati magistrali e la questione dei 36 mesi di servizio
Alle suddette categorie, si devono aggiungere poi i diplomati magistrali ante 2001/2002, in possesso di un titolo abilitante che avrebbe concesso loro la possibilità di essere inclusi, già da parecchio tempo, nelle GaE e che, invece, fu negato a causa di un errore interpretativo da parte dell'amministrazione scolastica.
Infine, il mega ricorso presentato dai sindacati al Tar del Lazio riguarda anche l'ormai famosa questione legata ai 36 mesi di servizio: infatti, il divieto imposto ai docenti precari di oltrepassare tale soglia svolgendo il proprio servizio a termine si scontra con quanto stabilito dalla Corte Europea e dalla nostra costituzione. Invece di essere assunti subito, addirittura viene loro negata la possibilità di continuare a lavorare.