Per chi sperava in un provvedimento che potesse prendere in considerazione la flessibilità del sistema previdenziale italiano, arriva un emendamento da parte di Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro al Senato, che potrebbe cambiare il futuro delle norme previdenziali. Questo ddl prevede l'accordo tra impresa e lavoratore per il pensionamento anticipato negli ultimi tre anni di vita lavorativa. Sacconi specifica che il lavoratore potrà decidere se scegliere il part-time, così come già previsto dalla Legge di Stabilità, oppure l'uscita dal lavoro dopo i 63 anni.
Si punta a ritoccare le norme sugli esodati e sull'Opzione Donna
Nel frattempo, giunge una notizia che evidenzia la volontà di ritoccare le norme relative alla settima salvaguardia degli esodatie al sistema Opzione Donna. Giorgio Santini, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio del Senato, specifica che si sta puntando ad inserire nella tutela la totalità delle persone interessate mentre, relativamente al sistema contributivo donna, si cerca di considerare anche le donne lavoratrici che sono nate nell'ultimo trimestre del 1957 (autonome) oppure del 1958 (dipendenti), se però hanno raggiunto i 35 anni di contributi. Oltre a questo provvedimento, di cui conosciamo i dettagli, si sta pensando di applicare una proposta, enunciata da Patrizia Maestri, che dia il giusto riconoscimento alle donne, sulle quali grava il lavoro domestico, permettendo loro di andare in pensione prima.
Secondo Renzi, non è il momento per intervenire sulle pensioni d'oro
Intanto, il premier Renzi torna a parlare e lo fa grazie ad un'intervista effettuata dal giornalista Bruno Vespa. Il presidente del Consiglio fa riferimento a quanto esplicitato da Tito Boeri, presidente dell'INPS, il quale vorrebbe tagliare le Pensioni più alte al fine di recuperare risorse finanziarie.
Secondo Renzi, non è il momento giusto per effettuare operazioni di questo tipo, perché provocherebbe un senso di sfiducia per molte persone. Da evidenziare, infine, il forte disaccordo nei confronti del testo della Legge di Stabilitá (e questa non è una novita!) da parte del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che vorrebbe, tra le altre cose, la cancellazione definitiva della riforma Fornero.