"La battaglia decisiva, per il prossimo anno sarà la flessibilità delle Pensioni e il monitoraggio puntuale delle lavoratrici che hanno scelto l'Opzione Donna", lo ha detto il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano dimostrandosi disponibile nel riaprire il famigerato tema della flessibilità in uscita a partire dal 2016. Intanto il disegno di legge di stabilità sta seguendo il cosiddetto iter parlamentare e nei giorni scorsi la Camera ha approvato alcuni degli emendamenti contenuti nel testo.

Damiano: 'individuare gli obiettivi del 2016'

La Commissione Bilancio, ha infatti dato il via libera alla misura riguardante l'opzione contributivo donna dando la possibilità a migliaia di lavoratrici di lasciare anticipatamente l'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 57 anni di età (58 per le lavoratrici autonome) e 35 anni di versamenti contributivi ma a condizione che il loro assegno venga calcolato interamente con il metodo contributivo. Secondo l'ex ministro del Lavoro Damiano, si tratterebbe di un passo decisamente importante anche se, per il prossimo anno occorrerebbe monitorare il numero delle lavoratrici che hanno scelto di lasciare anticipatamente il lavoro con il metodo dell'opzione contributivo donna e le risorse impiegate che potrebbero essere utilizzate per prolungare la sperimentazione oltre il 2015 .

"Dopo la maratona della legge di stabilità, dobbiamo individuare adesso gli obiettivi del 2016", ha spiegato il deputato del Partito Democratico Cesare Damiano.

Anche il provvedimento che include la settima misura di salvaguardia a favore degli esodati, è stata accolta dalla Bilancio anche se, in via parziale: la misura, infatti, riguarderebbe circa 26.300 lavoratori.

Intanto, va ricordata la promessa fatta tempo fa dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il quale avrebbe rinviato al 2016 il capitolo della flessibilità in uscita per evitare di creare ulteriori "pasticci".

Uscita a 62 anni con penalità massima dell'8%

Inoltre, il Presidente Damiano ricorda le proposte avanzate dalla maggioranza riguadanti l'uscita anticipata a partire dai 62 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi con una penalizzazione massima dell'8 % sull'assegno previdenziale o, in alternativa, l'uscita dopo il raggiungimento di 41 anni di versamenti contributivi indipendentemente dall'età anagrafica e senza alcuna penalizzazione.