Le ultime novità sulle pensioni ed in particolare sulla tematica concernente l'opzione donna, oggi grande protagonista in Commissione Bilancio, ci giungono direttamente da Davide Baruffi, parlamentare del Pd e membro della Commissione XI Lavoro Pubblico e Privato alla Camera. L'onorevole Baruffi ci ha gentilmente concesso questa intervista esclusiva per cercare di spiegarci quanto accaduto ieri in Commissione Bilancio equalemediazione è statatrovata col Governo al fine di tentaredi salvaguardare le nate nell'ultimo trimestre del 1958. Eccovi le sue parole.

Opzione donna, novità Baruffi (Pd): percorso sofferto

-Mentre le iscritte al Comitato Opzione donna, specie le nate nell'ultimo trimestre 58, attendono con ansia l'analisi dell'emendamento che le riguarda, Cesare Damiano chiosa contro il Governo Renzi "l'emendamento del Governo sulla previdenza arriva a rate". Cosa intendeva dire, a suo avviso, il Presidente della Commissione Lavoro? Lei che sta seguendo i lavori in Commissione Bilancio, ha l'impressione che si continui a temporeggiare sulla tematica ADV concernente l'opzione donna o alla fine sarà opzionedonnanessunasclusa?

È stato un percorso sofferto. Abbiamo tentato fino all'ultimo minuto di recuperare le lavoratrici dell'ultimo trimestre ma ogni sforzo si è infranto contro le stime irragionevoli di Inps e Ragioneria generale dello Stato.

Bene il passo avanti compiuto con la Stabilità per tante donne nate nel '58, ma ci potremo dire soddisfatti solo quando ciascuna, nessuna esclusa, potrà godere del proprio diritto sancito dalla legge.

-Entro quanto è realistico ipotizzare che le donne possano definitivamente conoscere la loro 'sorte' previdenziale? L'ansia, per queste lavoratrici, come può ben immaginare aumenta di giorno in giorno.

Comprendo non solo la rabbia di chi si vede negato un diritto, ma anche l'angoscia di quante vedono in questa opzione la propria ultima possibilità. Ho ascoltato e letto tante storie diverse di cui i numeri non parlano... Il compromesso trovato col governo è una sfida per noi: i conti che ci hanno prospettato - 36.000 donne per un costo di 2,5 miliardi - sono obiettivamente irrealistici e il monitoraggio che abbiamo imposto ci dirà che avevamo ragione.

Avanzeranno risorse e con quelle si dovrà dare una risposta a tutte. Il prossimo settembre Inps e Governo dovranno darci dati certi, non più stime improbabili. Non ci siamo arresi e la battaglia ripartirà anche da lì.

-A suo avviso, qualora il Governo optasse per opzionedonnanessunaesclusa, si potrebbero riaprire le speranze per quante vorrebbero sentir parlare dell'estensione del regime sperimentale oltre il 2015?

Le battaglie si vincono una per volta. Anzitutto dobbiamo recuperare l'ultimo trimestre. Poi dobbiamo riconquistare la possibilità di ricongiungere gratuitamente i contributi versati in gestioni diverse. Infine il principio (che è alla base di opzione donna e della ricongiunzione non onerosa) per cui il calcolo contributivo deve permettere giocoforza alle persone di scegliere: tanto ho versato, tanto prenderò di pensione.

Spetta a ciascuno decidere. Il contributivo senza flessibilità è una contraddizione in termini. Anche per questo ci battiamo per opzione donna, nessuna esclusa. Ne va della vita delle persone in carne ed ossa e ne va anche di un principio di giustizia e coerenza più generale.