Novità in tema di Pensioni negli emendamenti apportati alla legge di Stabilità 2016: nello specifico è stata ampliata la no-tax area e, nelle previsioni del Governo, c’è la possibilità dell’estensione dell’opzione donna anche a lavoratrici che rientrano nella possibilità di questa scelta per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.

Inoltre, l’Esecutivo ha sterilizzato il conguaglio che le pensioni minime avrebbero dovuto versare a gennaio per effetto della perequazione, ovvero dell’aumento delle pensioni sulla base dell’inflazione.

Pensioni 2016, il Governo congela il rimborso della perequazione

Per il 2015, infatti, gli assegni pensionistici hanno registrato un aumento superiore a quello reale. Ricordiamo che, a fronte di un aumento delle pensioni previsto per il 2015 nello scorso gennaio dello 0,3 per cento, si è registrato, a novembre un aumento reale di appena lo 0,2 per cento: ai pensionati minimi sarebbe toccato, dunque, di rimborsare lo 0,1 per cento incassato in più negli assegni pensionistici del 2015. Si tratta, comunque, di spiccioli: per chi percepisce una pensione fino a 3 volto il minimo, ad esempio intorno ai 1.400 euro, il mancato rimborso si aggira intorno ai 18 euro per tutto il 2015.

No-Tax nella Stabilità 2016: aumentata l’area di esenzione fiscale

Tra le misure nella Stabilità 2016 verrà ampliata la no-tax area già a partire dal 2016 e non dal 2017 come inizialmente preventivato. La misura prevede l’innalzamento del livello di esenzione dal fisco da 7.500 a 7.750 euro per i cittadini che non hanno ancora compiuto i 75 anni, mentre dai 75 anni in poi la no-tax area è aumentata da 7.750 a 8.000 euro.

Beneficiari della misura saranno circa quattro milioni di pensionati che percepiscono assegni pensionistici che si aggirano interno ai 500/600 euro mensili.

Pensione anticipata con opzione donna, finestra per le donne che non rientrano nei requisiti attuali

Infine alcune novità riguardano la pensione anticipata con l’opzione donna, ovvero la sperimentazione che durerà fino al termine di quest’anno per le lavoratrici che entro il 31 dicembre prossimo avranno compiuto almeno 57 anni se impiegate come dipendenti e 58 anni se autonome e, in entrambi i casi, con almeno 35 anni di contributi versati.

Nella misura potrebbero rientrare, potenzialmente, fino a 36 mila lavoratrici per una spesa che si stima intorno ai 2 miliardi e mezzo di euro fino al 2023. Il quotidiano Il Sole 24 Ore anticipa l’intenzione del Governo di inserire un emendamento alla Legge di Stabilità 2016 per permettere la possibilità di scelta dell’opzione donna anche alle lavoratrici che dovessero maturare i requisiti negli ultimi 90 giorni dell’anno ma che, per via dell’aggiornamento della speranza di vita, verrebbero tagliate fuori da questa finestra.