Le discussioni sul tema della riforma delle pensioni per il 2016proseguono nonostante la politica si sia concessa una vacanza in questi ultimi giorni. A intervenire sulla questione è Giorgio Airaudo, deputato di SEL ed ex-Fiom, il quale, sulle pagine del sito IlSussidiario, ha rilasciato una lunga intervista e ha sottolineato come la proposta Damiano sia insufficiente in quanto non rappresenta una legge per il futuro. Intanto, si continua a discutere sui provvedimenti riguardanti la previdenza inseriti all'interno della legge di stabilità 2016 e viene sollevata la questione degli arretrati per coloro che sono andati in pensione dal 2012 al 2014 e che hanno visto applicarsi la penalizzazione della legge Fornero, molti di questi sono i cosiddetti 'precoci'.

A partire dal 1° gennaio 2016, infatti, la penalità non sussisterà più, ma gli arretrati non arriveranno.

La proposta Airaudo per la riforma delle pensioni 2016

Si torna, dunque, a parlare di riforma delle pensioni 2016e a intervenire è stato Giorgio Airaudo, che ha definito quali dovrebbero essere le linee guida per un intervento concreto sulla previdenza. Secondo l'ex sindacalista della Fiom, gli interventi messi in campo dal governo Renzi nella legge di stabilità 2016 sono insufficienti, non soltanto perché 'parziali' come la settima salvaguardia per gli esodati che, di fatto, lascia senza tutele circa 20mila lavoratori, ma soprattutto perché non sembra esservi nessuna pianificazione in vista di una vera riforma complessiva e duratura.

I punti chiave da cui bisognerebbe partire per lavorare su una trasformazione del sistema previdenziale, secondo Airaudo, sono essenzialmente due: in primo luogo, pensare un'uscita differenziata dal mondo del lavoro a seconda della mansione che si svolge, un operaio edile e un professore universitario hanno carriere lavorative differenti ed è chiaro che il primo, per l'usura connessa al suo lavoro, dovrebbe poter andare in pensione anche a 60 anni, mentre il secondo potrebbe mantenere il suo impiego anche fino a 70 anni; in secondo luogo, pensare un'uscita differenziata sulla base della diversità di genere, di fatto contro la tendenza a equiparare i requisiti per uomini e donne.

Il nodo degli arretrati sulle pensioni 2012-2014

Scorrendo i provvedimenti parziali di riforma delle Pensioni inseriti nella legge di stabilità 2016, si trova l'importante cancellazione della penalizzazione per chi era andato in pensione nel biennio 2012-2014 con un'età inferiore ai 62 anni. La riforma delle pensioni Fornero, infatti, prevedeva per questa categoria, nonostante il raggiungimento del requisito contributivo, una penalizzazione in proporzione agli anni di anticipo sul requisito anagrafico.

In parole semplici, la penalizzazione è stata cancellata, ma non vi saranno gli arretrati per il biennio precedente in cui gli assegni sono stati decurtati di alcuni punti percentuali. Si tratta, comunque, di una buona notizia, nella misura in cui questa tipologia di pensionati vedrà crescere l'assegno pensionistico, a seconda della propria situazione, di alcune decine di euro al mese. La misura sembra pensata per venire incontro soprattutto ai cosiddetti lavoratori precoci, i quali chiedono, comunque, a gran voce la Quota 41. Per aggiornamenti sulle questioni della previdenza, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.