E' lecito per un docente pronunciare la frase 'Io ti boccio'? Ebbene, la Corte di Cassazione, attraverso la sentenza N. 47543/15 del primo dicembre scorso, ha confermato che il ripetere della frase, con tono 'minaccioso e deciso', nei confronti di uno studente costituisce reato di abuso di mezzi di correzione.
'Io ti boccio': Corte di Cassazione ritiene questa frase come punibile con il reato di abuso di mezzi di correzione
Secondo quanto riferito dal quotidiano economico 'Italia Oggi', l'organo legislativo, pur riconoscendo che la decisione in merito alla bocciatura di uno studente venga assunta da un organo collegiale, ha considerato i danni a cui andrebbe incontro lo studente (nella maggior parte dei casi adolescente) dal punto di vista psicologico.
La sentenza si riconduce al caso di un professore di scuola media che sarebbe ricorso più volte a questa frase per ottenere maggiore ordine e attenzione durante le lezioni: tra l'altro, la Corte di Cassazione ha considerato anche un altro particolare aspetto della vicenda, ovvero il fatto che l'insegnante avesse obbligato gli alunni a redigere una lettera di ritrattazione della denuncia che gli stessi studenti avevano presentato originariamente al preside.
Scuola, la sentenza 47543/15 ha considerato diverse 'aggravanti'
Oltre alla violazione dell'articolo 571 del codice penale che prevede la condanna con la reclusione fino a 6 mesi per il soggetto che abusa dei mezzi di disciplina o correzione procurando danno a persone sottoposte alla sua autorità (per ragioni di educazione ed istruzione), nel caso di questo docente si prefigura anche la violazione dell'articolo 610 dello stesso codice penale, riguardante la violenza privata.
Infine, come ulteriore 'aggravante', c'è da precisare che il docente in questione decise di far svolgere alla classe un tema riguardante proprio il comportamento di tali alunni: la Cassazione ha ritenuto, quest'ultimo elemento, come un altro elemento che giustifica il clima di sudditanza e di tensione che si era venuto a creare nella classe.