Nuovamente in primo piano il mancato pagamento degli stipendi ai trentamila precari supplenti: questa volta è il numero odierno de 'La Stampa' a denunciare il 'Natale triste' della Buona Scuola con un articolo appositamente dedicato al vergognoso 'teatrino' messo in scena dal governo.
Le dichiarazioni della nuova leader della Cisl Scuola, Lena Gissi, sono particolarmente pesanti.
Scuola, stipendi supplenti: Lena Gissi 'Non sono barboni, sono docenti qualificati!'
'Siamo a conoscenza di istituti dove le segreterie e i presidi stanno anticipando di tasca propria il denaro proprio perché i loro docenti non riescono ad arrivare a fine mese.
Ma dove stiamo arrivando? Ci sono insegnanti che si stanno rivolgendo alla Caritas....Vi rendete conto? Stiamo parlando di docenti qualificati, non di barboni!'
Il nuovo segretario della Cisl Scuola, che ha preso il posto di Francesco Scrima, sottolinea come l'insegnante continui a lavorare e a studiare, nonostante, in molti casi, non abbia nemmeno i soldi per pagarsi la benzina o l'abbonamento ai mezzi pubblici. 'Nelle nostre sedi' - continua Lena Gissi - è una continua processione di persone che vengono a raccontarci le loro drammatiche esperienze, insegnanti che non riescono ad onorare le scadenze di pagamento.
Ultime news mancato pagamento stipendi precari: sindacati 'In arrivo valanghe di ricorsi'
L'Anief punta il dito contro Ministero dell'Istruzione e Tesoro per quel 'balletto di responsabilità', oltre che per un sistema di pagamento che doveva risultare innovativo e che, invece, non solo non è servito a nulla ma sta addirittura complicando le cose.
Di questo passo, c'è da aspettarsi una vera e propria valanga di ricorsi in Tribunale come specificato anche da Domenico Pantaleo, segretario di Flc-Cgil: 'Stiamo organizzando ricorsi contro un governo che si sta dimostrando un 'cattivo pagatore' e per giunta sempre più in ritardo. Siamo alle solite, le risorse che sono state stanziati non bastano per coprire i pagamenti: siamo di fronte ad un'angheria cronica che bisogna superare, rendendo gli stipendi partita di spesa fissa, alla stregua di quanto sta già avvenendo con le supplenze per le maternità.'