Il tema riguardante il rinnovo di contratto è, senza dubbio, uno dei più 'sentiti' (se non il più sentito in assoluto) dal personale scolastico. Sono ormai otto anni che gli stipendi degli insegnanti e dei lavoratori ATA è fermo al palo, dimenticato dai vari governi che si sono succeduti nel tempo.

La riforma Buona Scuola non ha voluto minimamente prendere in considerazione la questione, limitandosi ad offrire agli insegnanti, in cambio del loro 'silenzio', il bonus da 500 euro quale 'riconoscimento per il valore della professione' (cit. Matteo Renzi alla Leopolda).

Contratto docenti e ATA, news 18/12: il governo Renzi ignora la sentenze

Ci si chiede quando se ne tornerà a parlare, ma soprattutto tutti si stanno interrogando sul perchè non si stia discutendo di rinnovo di contratto, considerando la sentenza emessa dal Tribunale di Roma lo scorso 16 settembre, attraverso la quale si condannava il governo e l'Aran ad avviare immediatamente le trattative per il nuovo contratto economico riguardante il personale scolastico.

A distanza di tre mesi, tutto tace da Palazzo Chigi che fa orecchio da mercante e continua per la propria strada, all'insegna del motto dantesco 'Non ti curar e passa'.

Come ben spiegato dal sito specializzato 'Tecnica della Scuola', le ragioni di questa 'non curanza' del governo Renzi non riguardano esclusivamente un discorso di carattere economico, anche se i vergognosi ritardi nell'erogazione degli stipendi ai docenti precari rappresentano un'altra brutta pagina della Buona Scuola: in realtà, il governo sta rinviando la questione relativa al rinnovo di contratto in ragione delle deleghe in bianco citate espressamente nella legge 107.

Nuovo Testo Unico sulla scuola, causa del rinvio del rinnovo di contratto?

In particolar modo, è il nuovo Testo Unico sulla scuola, che conterrà il nuovo regolamento del sistema nazionale di istruzione e formazione, ad includere l'argomento delle retribuzioni per il personale scolastico.

Ciò che mette paura sono le possibili amare sorprese a cui andranno incontro i docenti e il personale ATA: considerando le ingiustizie e le assurdità vissute in questi primi mesi della Buona Scuola, c'è poco da star allegri.

I timori sono riconducibili a possibili variazioni degli orari di lavoro, ai premi salariali come sostituti degli scatti di anzianità (questione già considerata dal governo agli inizi della Buona Scuola e poi messa da parte) e alla riduzione del Fondo d'Istituto. Ma a che punto sono le deleghe in bianco? Per ora tutto tace. Per ora vietato pronunciare le tre parole: 'rinnovo di contratto'.