Resta centrale nel panorama politico italiano il dibattito sulla riforma Pensioni. Anche oggi novità riguardanti due dei personaggi chiave del tema previdenziale, Tito Boeri da una parte e Matteo Renzi dall'altra. Protagonisti, sottolineiamo, indiretti, dal momento che entrambi sono stati citati da due figure ben distinte. Il professore dell'Inps ha ricevuto l'elogio da parte del giornalista Alan Friedman, il premier italiano invece ha subito l'ennesimo attacco da parte di Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil.
Friedman applaude Boeri sulla flessibilità
Nei mesi scorsi in tanti hanno ipotizzato una preferenza del governo per la riforma pensioni Boeri. In realtà sono trascorse svariate settimane, fino ad arrivare ad un nulla di fatto, e ad un rinvio della riforma nel 2016. Il presidente dell'Inps però continua a raccogliere giudizi favorevoli sia dentro il Parlamento sia nel mondo del giornalismo. Tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio abbiamo visto quanto le posizioni di Cesare Damiano e Tito Boeri si siano avvicinate, anche un po' a sorpresa aggiungiamo noi, dal momento che in estate i pensieri dei due erano piuttosto distanti, sopratutto in merito alla spesa che la proposta contenuta nel ddl 857 avrebbe comportato per le casse dello Stato.
Prima Damiano però, adesso anche un celebre giornalista esperto di economia hanno attraversato il ponte, appoggiando il piano Boeri. Friedman ha pubblicato sul proprio sito ufficiale, che trovate all'indirizzo alanfriedman.it, un articolo in cui si afferma che Boeri ha ragione sulle buste arancioni e sulla flessibilità in uscita, sottolineando che occorre anche incoraggiare i fondi privati.
Nell'articolo si legge, a proposito delle tanto pubblicizzate buste arancioni mai inviate però dall'Inps agli italiani per mancanza di fondi, che gli italiani hanno il diritto di conoscere quanto prenderanno di pensione una volta che termineranno di lavorare, aggiungendo che in tanti non sanno che il loro assegno sarà molto più basso di quanto non lo sia stato in passato.
Entrando nel merito della discussione sulla riforma pensioni del governo Renzi, nel post si afferma che Boeri ha ragione a premere sulla flessibilità in uscita, che comporterebbe un assegno pensionistico più leggero per il lavoratore, sottolineando però che così facendo si offrirebbero maggiori possibilità per i giovani per lavorare e sul lungo periodo lo Stato risparmierebbe.
Landini attacca Renzi e l'Unione Europea
Dall'Abruzzo, dove è impegnato per l'attivo delle delegate e delegati della Fiom Abruzzo Molise in corso di svolgimento a Pescara, Landini ha sparato a zero contro il premier Renzi, affermando che il nostro governo è bloccato dalla politica economica dettata dall'Unione Europea e che il primo ministro italiana faccia soltanto finta di essere moderno, spiegando che fin qui l'Italia ha fatto ciò che ci chiede l'Ue, ovvero tagliato le pensioni, privatizzato e reso liberi i licenziamenti.
In uno dei passaggi principali del suo discorso, Maurizio Landini ha affermato che per fare una battaglia vera all'Europa occorrerebbe cambiare le politiche del governo. Il segretario generale della Fiom non è nuovo a questi attacchi, come ricorderanno tutti coloro che hanno partecipato alla manifestazione del mese di novembre, dove erano presenti anche i lavoratori precoci, che continuano la loro battaglia per avere l'approvazione di quota 41.