Notizie già conosciute da tempo diventano sempre più concrete e tangibili. La Naspi, nuovo ammortizzatore sociale voluto dal Premier italiano Matteo Renzi, a partire dal 2016 sarà uguale per tutti coloro che ne faranno richiesta. Infatti sono state confermate le voci che tutte la categorie lavorative, compresa quella dei lavoratori stagionali turistici, non usufruiranno più di agevolazioni e salvacondotti, e da quest' anno si dovranno adeguare al normale trattamento riservato per tutti coloro che perderanno il loro posto di lavoro a causa della scadenza del contratto lavorativo.

La motivazione di questa decisione sta nel nuovo decreto che il governo dovrà varare per l'attuazione del "Reddito Minimo". Avendo bisogno di fondi per poterlo mettere in atto, l'Inps dichiara che verranno toccati i sussidi di disoccupazione e le pensioni di reversibilità.

Metodologia del calcolo Naspi 2016 per tutte le categorie lavorative

Il calcolo che l'Inps utilizzerà per il conteggio dei giorni spettanti e della somma di denaro da retribuire al lavoratore è molto semplice. Facendo esempio che un operaio lavori per 6 mesi percependo uno stipendio di 1000 Euro e riesce a concludere il suo rapporto lavorativo, al suo termine potrà richiedere di usufruire della Naspi.

L' Istituto di Previdenza Sociale calcolerà la metà dei mesi per cui il soggetto ha lavorato, quindi 3 mesi, e disporrà un pagamento di una somma pari al 75% del totale del suo stipendio, circa 750 Euro. La somma di denaro andrà poi riducendosi del 3% mensile a partire dal terzo mese di usufrutto, per un massimo di 24 mesi salvo alcune eccezioni.

Tempi duri per i lavoratori stagionali del settore turistico

Da notare che tra tutte le categorie il più colpito è il settore turistico. Al contrario di tutti gli altri, coloro che ne fanno parte e lavorano solo in determinati periodi, saranno costretti a patire da quest'anno la presenza di mesi in cui non percepiranno nessun sussidio, gettando nella povertà assoluta diverse migliaia di famiglie.

La speranza è che il Governo e l'Inps possano fare un passo indietro, e concedere qualche privilegio in più a questa categoria considerata ad oggi uno dei maggiori motori trainanti dell'economia del nostro bel Paese.