Poletti, reddito di 320 euro per un milione di poveri

Un sostegno di circa 320 euro al mese per un milione di poveri che verrà accompagnato da un piano per la loro inclusione sociale. Questo è l'orientamento del governo per garantire il reddito minimo che il ministro Giuliano Poletti spiega in una intervista al giornale Repubblica. Il ministro del lavoro chiarisce che il governo ha approvato pochi giorni fa  il disegno di legge delega e che, entro sei mesi dal via libera del Parlamento, arriveranno i decreti attuativi.

L'obiettivo dichiarato del governo è quello di far crescere sia la platea di beneficiari che l'indennità. Si partirà da una base di 4 milioni di italiani i povertà assoluta e dare a tutti la possibilità di vivere in maniera dignitosa. Chi riceverà l'assegno ha però l'obbligo di mandare i figli a scuola e accettare una occupazione che gli verrà proposta.

Le promesse

Il tema delle Pensioni è molto delicato e Il Governo ha assunto l’impegno di verificare e ragionare sul capitolo delle flessibilità in uscita. L'impegno del governo è però legato alla condizione di affrontare la flessibilità pensionistica solo quando ci saranno proposte concrete.

Intanto il mese di marzo si avvicina e non si capisce se queste proposte siano già pronte o se si navighi nel buio. Aver fissato un lasso temporale di tempo potrebbe anche voler dire di posporre il problema senza avere coscienza di quando risolverlo. Una cosa è certa: quando è stata fatta la legge Fornero si è proceduto in tempi strettissimi  senza curarsi dei problemi che avrebbero potuto sorgere tipo gli esodati ed altro. Allo stato ci sono due ipotesi quella del presidente dell'Inps Tito Boeri che propone di non applicare il collegamento automatico alla speranza di vita, bloccando il requisito contributivo a 43 anni per gli uomini e 42 anni per le donne, come requisito contributivo di accesso alle pensioni anticipate.

L'altra ipotesi è quella dell'on. Damiano che propone invece l’introduzione di una maggiore flessibilità al sistema previdenziale col sistema delle quote con la pensione anticipata a 62 anni con 35 di contributi e la penalizzazione dell'8%. La proposta di Damiano si estende anche ai lavoratori precoci con 41 anni di contributi senza penalizzazioni sull’assegno e a prescindere dall’età anagrafica. Se non sarà possibile rottamare la legge Fornero che almeno vengano messe in atto tutte la possibili correzioni per dare la giusta equità sociale ai lavoratori.