Sta per arrivare un taglio alle Pensioni di reversibilità. E’ quanto si deduce leggendo tra le righe del piano contro la povertà annunciato nei giorni scorsi dal governo. La legge delega in questione, infatti, si ripropone di assegnare un sussidio alle famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà rendendo strutturale la misura di sostegno grazie alle risorse derivanti dalla ‘razionalizzazione delle prestazioni di natura assistenziale e previdenziale’. Una razionalizzazione che si rende ancor più necessaria se dovesse andare in porto la legge Cirinnà sulle unioni civili che estenderebbe il diritto alla reversibilità anche al caso dei conviventi uniti con ‘unioni civili’, i cui costi rappresentano un’incognita.

Come funzionano le pensioni di reversibilità.

La pensione di reversibilità è l’assegno che spetta ai componenti superstiti della famiglia in caso di decesso di un componente pensionato. Attualmente, l’assegno di reversibilità vene ridotto del 40% nel caso in cui il beneficio vada solo al coniuge sopravvissuto. Nel caso in cui ci siano dei figli a carico, l’assegno viene maggiorato, fino a raggiungere il 100% della cifra percepita dal pensionato nel caso in cui i figli siano due.

Una riduzione della pensione di reversibilità è prevista solo nel caso in cui il reddito del coniuge sopravvissuto supera determinate soglie, a partire da 19.731,71 euro.

Attualmente, il meccanismo di reversibilità è concesso solo nel caso sia stato contratto un matrimonio.

Pensioni di reversibilità: tagli in base al reddito.

Secondo quanto previsto dalla legge delega del piano povertà, la valutazione del reddito sarà sempre l’elemento principale in base al quale sarà stabilità la percentuale di reversibilità che sarà riconosciuta al coniuge superstite.

Il riordino delle prestazioni, e quindi i tagli, entreranno in vigore solo dopo l’approvazione della legge delega e, secondo le dichiarazioni del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, non riguarderanno le prestazioni di natura assistenziale a favore degli invalidi.

Occorrerà, quindi, ancora qualche mese per conoscere l’entità esatta dei tagli alle nuove pensioni di reversibilità (quelle già erogate non dovrebbero essere toccate), utile anche per quantificare con più precisione gli effetti delle reversibilità che dovranno essere garantite ai contraenti delle unioni civili.