Dopo l’approvazione della LdS2016 il Comitato Opzione Donna ha deciso di proseguire il proprio percorso. Su questa decisione una parte importante è stata giocata in senso trasversale dalla controparte politica: come intendete sviluppare ora il vostro ruolo di primo piano come parte sociale?
Il comitato è diventato parte sociale riconosciuta sulla specifica questione opzione donna quindi, raggiunto il risultato dell’inserimento in legge di stabilità della soluzione per le donne che maturano i requisiti entro il 2015 e dell’introduzione del contatore per le donne che compiono gli anni ( 57 o 58 se autonome ) nell’ultimo trimestre 2015, avrebbe potuto chiudere.In realtà la politica ci ha fatto capire che il nostro comitato lavorando “per” e non” contro” ha rappresentato una esperienza di cittadinanza attiva e di partecipazione nuova e significativa nello scenario nazionale.A ciò si aggiunga che le stesse donne sollecitavano il proseguimento di un’esperienza che ha dato tanto in termini di solidarietà e appartenenza in un momento dove la logica individualistica va per la maggiore.Ora si tratta di supportare alcune questioni specifiche che sono il controllo del contatore e la gestione separata, che impedisce a diverse donne di poter andare in pensione .
Tra i nodi importanti e più urgenti sentiti dai cittadini e citati dalla Commissione lavoro alla Camera vi è quello della flessibilità in uscita dal lavoro: potreste indicarci quale strada intendete sostenere e quali sono le aspettative sviluppatesi tra gli iscritti del Comitato?
La flessibilità in uscita è un tema sentito in tutto il paese. Le persone ora sono ostaggio erestano prigioniere nella fabbrica o negli enti , senza poter decidere della propria vita , fino a un’età non definita che aumenta continuamente in relazione ad una presunta aspettativa di vita. Credo che ogni persona debba poter scegliere, garantendo comunque l’equilibrio dei conti che è fondamentale per una sana gestione delle risorse e per non “ rubare “ ai nostri figli e nipoti.
Quindi ben vengano le forme di flessibilità proposte dalla commissione lavoro e che prevedono riduzioni della pensione correlate all’anticipo dell’uscita.Opzione donna con il calcolo interamente contributivo è sicuramente una buona strada da percorrere in via strutturale anche per gli uomini e non per una presunta necessità di parità ma semplicemente perché chi rinuncia a una parte della propria pensione, ricevendo solo quanto versato, lascia alla collettività risorse utili .
E per quanto riguarda il tema delle ricongiunzioni? Se ne parla molto ultimamente, anche in relazione alle richieste legate ad opzione donna per le lavoratrici che hanno accumulato i propri contributi nella gestione separata dell’Inps. Qual è il punto della situazione secondo il Comitato Opzione donna?
Il dibattito intorno alle ricongiunzioni è un dibattito complesso perché districarsi nel coacervo di regole e di gestioni diverse appare una “mission impossible”.Il comitato sostiene con forza il riconoscimento della gestione separata nel calcolo dei contributi per opzione donna anche perché, non c’è nessun motivo di escludere contributi a chi chiede una pensione calcolata esclusivamente con il sistema contributivo, secondo il quale si percepisce solo quanto versato, nulla di più.Non dobbiamo dimenticare che ancora oggi ci sono lavoratori che vanno in pensione con il sistema pre Fornero interamente retributivo, calcolato sull’ultimo stipendio e non su quanto versato . E ci sono categorie che stanno lottando per tutelarsi in tal senso .