Procede incessantemente il dibattito sulla riforma Pensionied in particolare sulla 'spinosa' questione dei precoci. Questi lavoratori continuano a mobilitarsi per far sentire la loro voce al Governo, chiedendo aiuto anche ai parlamentari che si sono dimostrati più sensibili alla loro causa. Nei giorni scorsi Roberto Sinesi, uno dei precoci, ha scritto sia a Walter Rizzetto, quantoa Damiano ed a diversi componenti della Camera per discutere della questione concernente l'aspettativa di vita. I dati Istat mostrano che la mortalità nel 2015 è aumentata, dunque, come sottolinea anche Damiano, la Riforma Fornero andrebbe rivista tenendo in considerazione questo importante indicatore.

Della questione ne abbiamo già discusso con l'onorevole Pd Davide Baruffi, oggi abbiamo invece intervistato l'onorevole Davide Tripiedi (M5S). Ecco quanto emerso dall'intervista nella quale si affrontano anche i temi della quota 40 e della flessibilità in uscita.

I lavori non sono tutti uguali, quindi, di fatto, anche la speranza di vita cambia

Roberto Sinesi, uno degli amministratori del gruppo 'lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti' ha scritto un messaggio su Facebook chiedendo al vicepresidentedella commissione LavoroWalter Rizzetto, spesso in piazza pro quota 41, un'interrogazione parlamentare che affronti la questione dell'aspettativa di vita. Il lavoratore sostiene, a partire dai dati ufficiali Istat, che dal momento che la speranza di vita è diminuita di 3 mesi nel 2015, dovrebbe essere possibile accedere alla quiescenza dal 2016 con 42 anni e 3 mesi anziché con 42 anni e 10 mesi come previsto dall'attuale Legge Fornero, che si adegua ogni 2 anni allasperanza di vita. Cosa ne pensa di tale affermazione?

La politica dovrebbe pensare alla qualità della vita dei propri cittadini e non alla loro speranza di vita.

È doveroso ricordare a tutti che, grazie alla Lega Nord, oggi l'aspettativa di vita determina l'età di pensionamento di un lavoratore. Lo fece con il governo Berlusconi l'ex ministro Maroni. Questa vergogna, rispetto all'intera Europa, la si trova solo in Italia. Inoltre a questo record si aggiunge anche quello dell'età pensionabile più elevata in assoluto all'interno di questa finta unione.

I lavori non sono tutti uguali, quindi, di fatto, anche la speranza di vita cambia. Di sicuro campa più un politico di un operaio in fabbrica o in un cantiere.

Pochi giorni fa ha scritto un post su facebook dicendo che dopo 40 anni la pensione è un diritto e va concesso, ma come si può allora bypassare la rigidità imposta dall'UE sul fronte previdenziale e la questione risorse che sembrano sempre ostacolare la riforma pensioni?

Secondo dei calcoli la norma sulla flessibilità costerebbe circa 4 miliardi all'anno.

Facciamo due conti: sono stati spesi 10 miliardi di euro per i famosi 80 euro, circa 2 miliardi nel 2015 per la decontribuzione "jobs act", oltre 2 miliardi per "Opzione donna" e 11 miliardi per le 7 salvaguardie varate dal parlamento. I soldi ci sono, sono semplicemente scelte politiche. Il pensiero di Renzi sulle pensioni è noto a tutti, secondo il premier la riforma Fornero è buona e ha un solo "difetto", gli esodati. Con la scusa dell'Europa e dei vincoli di bilancio, il Pd rinvierà l'approvazione di modifiche alle pensioni preparandosi per la prossima campagna elettorale.