Le ultime novità all'1/3 in campo previdenzialegiungono dal duro confronto che sta emergendo su facebook tra la senatrice Erica D'Adda e l'onorevole Walter Rizzetto sul tema concernente la possibilità di estendere l'opzione donna a tutti. Il vicepresidente della commissione Lavoro sostiene che non vi debba essere differenza tra i due sessi, se di scelta si tratta, poiché, precisa, molti uomini hanno situazioni familiari e lavorative che solo una misura come 'opzione uomo' potrebbe salvaguardare. Orietta Armiliato, referente per la comunicazione del Comitato Opzione donna, si è detta favorevole alla risoluzione presentata dall'onorevole perché il mondo è cambiato, e sarebbe giusto estendere l'opzione donna a tutti.

Di parere contrario Erica d'Adda, che sostiene che l'opzione donna sia una misura creata ad hoc per le donne e che tale debba restare. Soprattutto alla luce dell'ancora differente ruolo nella società tra uomini e donne, che portano quest'ultime ad avere carriere più discontinue e maggiore difficoltà nel raggiungere la quiescenza. Dello stesso parere Davide Baruffi, parlamentare del Pd e membro della Commissione XI Lavoro Pubblico e Privato alla Camera, che abbiamo intervistato.

Opzione donna anche agli uomini: ennesima discriminazione ai danni delle donne

- Lei è favorevole o contrario ad Opzione donna anche per gli uomini proposta da una risoluzione di Walter Rizzetto? La senatrice D'Adda sostiene che "Opzione donna", come dice la parola, nasce come sperimentazione che guarda alle donne, la cui carriera lavorativa e il cui percorso di vita sono differenti da quelli maschili, soprattutto nel passato".

Walter Rizzetto risponde 'piccato' su Facebook "non capire che anche le persone di sesso maschile, forse non come le donne, certo, ma spesso hanno vissuto le stesse situazioni significa capire poco del mondo esterno o non aver quasi mai parlato con le stesse persone". Lei se dovesse schierarsi verso quale posizione propenderebbe?

Il problema di correggere la Fornero per introdurre elementi di flessibilità riguarda tutti. Mettere però sullo stesso piano uomini e donne solo per l'età pensionistica è sbagliato. Le donne accumulano in media meno contributi durante la loro vita perché hanno percorsi di lavoro più discontinui e una mole di lavoro familiare diversa.

Inoltre sono ancora penalizzate nei percorsi di carriera proprio a causa dei carichi familiari. Non considerare questa condizione diversa significa penalizzare le donne. Una donna che ha raggiunto i 35 anni di contributi oggi, da madre di famiglia prima, da moglie poi e da figlia di genitori anziani dopo (e talvolta da nuora di suoceri anziani) ha fatto i salti mortali. Io sono certamente per riequilibrare i ruoli sociali ma dirlo a una donna di 58 o 60 anni è un po' tardivo no? Rendiamo le donne uguali solo per l'età pensionistica? Facendo finta che prima non sia successo niente? O che, ripeto, in media guadagneranno il 30% in meno?

Estensione opzione donna a tutti? Ad oggi assolutamenteIrrealistico

- Quindi si dice contrario all'estensione o proporrebbe un'altra soluzione per tutelare gli uomini rimasti senza lavoro, a cui probabilmente Rizzetto pensa?

Proporre un'estensione diopzione donna agli uomini quando manca ancora l'ultimo trimestre del 2015, e sarebbe anzi giusto estendere l'opzione anche alle nate dopo,è irrealistico. Vogliamo la flessibilità per tutti ma le donne sono state le più penalizzate dalla Fornero. Fare finta di niente significherebbe penalizzarle un'altra volta.