Crollano le domande di pensione degli insegnanti e del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (Ata) nella Scuola con decorrenza a partire dal 1° settembre 2016. Si tratta della conseguenza diretta della riforma Fornero (legge numero 201 del 2011) che ha innalzato l'età minima per andare in pensione: nei prossimi anni la scuola continuerà ad avere insegnanti sempre più anziani, affaticati dai tantissimi anni scolastici nei quali hanno prestato servizio per gli studenti. Per presentare domanda di pensionamento il termine era fissato allo scorso 26 gennaio: insegnanti e personale Ata avevano due possibilità diuscita da lavoro, o la pensione anticipata, oppure quella di vecchiaia.

Per la pensione anticipata era necessario aver provveduto al versamento di 42 anni e diecimesi di contributi (41 anni e dieci mesi per le donne), mentre andranno in pensione di vecchiaia i dipendenti della scuola che compiranno 66 anni e sette mesi entro il 31 dicembre 2016 con un minimo di venti anni di contributi versati.

Pensioni anticipate e vecchiaia: quanti sono i docenti e Ata che smetteranno al 1° settembre 2016

Andranno in pensioneil1° settembre 2016 13.454 insegnanti, 40 educatori, 91 docenti di religione e 3.500 impiegati Ata: il dato è in netto ribasso rispetto alle domande presentate nel 2015 di circa 8 mila unità. Più precisamente andranno in pensione 6 mila docentie2 mila Ata in meno.

Il calo è determinato proprio dalla riforma Fornero che, se da un lato,ha escluso dalle Pensioni coloro che avrebbero preferito lasciare il servizio agganciando la cosiddetta "quota 96" (35 anni di contributi e un'età non inferiore ai 61 anni), dall'altro ha rivisto al rialzo l'età minima per la pensione di vecchiaia che, con gli incrementi dovuti alla maggiore speranza di vita, ha superato abbondantemente i consueti 65 anni.

L'età media del corpo insegnanti (e degli impiegati amministrativi, tecnici ed ausiliari) si è, dunque, incrementata: i docenti in servizio con almeno 50 anni costituiscono il 44 per cento del totale, gli ultrasessantenni il 16 per cento. Non ci sono, invece, docenti di ruolo con meno di 30 anni. Di questo passo, il turn-over rimarrà lettera morta.