Continua la discussione sulla riforma delle Pensioni e sulla flessibilità in uscita. La lotta è sulla cancellazione della Legge Fornero con tutti i suoi appesantimenti di requisiti. Uno dei più attivi in questi ultimi giorni è Boeri che continua a spingere sul suo modello di flessibilità. Il Presidente però non si ferma solo all’uscita anticipata, ma spazia anche sugli over 55, i precoci e le pensioni d’oro.
Guerra aperta sulla Legge Fornero
Il punto cruciale è la tempistica degli interventi perché, se per il Governo tutto deve essere rimandato alla prossima Legge di Stabilità, per Boeri bisogna intervenire subito.
Andare in pensione sta diventando difficilissimo, troppo in avanti spostati i requisiti necessari, sia per la vecchiaia, a 66 anni e 7 mesi, sia per l’anticipata, con 42 anni e 10 mesi (un anno in meno per le donne). Per Boeri bisognerebbe permettere al lavoratore di poter scegliere quando uscire. La ricetta? Il gettone da pagare per ogni anno di anticipo a partire dai 63 e 7 mesi. In definitiva, secondo il Presidente, chi optasse per l’uscita massima consentita, subirebbe un taglio di assegno del 9%. Rispetto alle altre proposte in lavorazione, come quella di Damiano, per Boeri basterebbero anche solo 20 anni di contributi versati. In questo caso però sarebbe necessario che l’assegno di pensione liquidato non sia inferiore a 1.500 euro mensile.
Tutto questo significherebbe per le casse dello Stato, una considerevole uscita di liquidità nell’immediato, ma inevitabili risparmi nel lungo periodo, quindi perfettamente fattibile.
Precoci, over 55 e pensioni maxi
Le proposte di Boeri non si fermano solo alla flessibilità, ma si estendono anche a categorie di soggetti che hanno bisogno di aiuto immediato.
Per i precoci, quelli che hanno iniziato con i loro versamenti prima del raggiungimento della maggiore età, l’uscita anticipata sarebbe la stessa prevista per tutti i lavoratori, ma secondo Boeri, a loro non andrebbe applicata nessuna penalizzazione di assegno. Per questi lavoratori sarebbe anche consentito uscire a prescindere dall’età al raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi, cosa peraltro già prevista dalla Legge Fornero.
Altro punto cardine della proposta è la concessione di 500 euro al mese agli over 55, soggetti privi di lavoro che, per via delle regole aspre dell’attuale sistema previdenziale, devono attendere ancora molto per andare in pensione. In questo caso sarebbe necessario tagliare le pensioni superiori a 3.500 euro al mese, applicandogli una specie di contributo di solidarietà. Ultimo punto della proposta è la cancellazione degli aumenti relativi all’aspettativa di vita. In questo caso sarebbe utile inserire un limite massimo, che sarebbe fissato a 43 anni di contributi per gli uomini e 42 per le donne, che a vederla bene sembrano anche troppi, ma che potrebbero essere superati con il continuo agganciarsi ai dati Istat.