La flessibilità in uscita è una delle questioni più dibattute del panorama politico italiano. Doveva entrare nella vecchia Legge di Stabilità, ma non è stato possibile fare niente. Nel 2016 sarebbero dovuti intervenire con una riforma a sé stante, cioè senza essere necessariamente inserita in atti legislativi più grandi, ma sembra che tutto debba ancora una volta essere rimandato. La previsione, o meglio, la speranza è che il tutto venga messo in piedi in tempo utile per la prossima Legge di Stabilità, quella che entrerà in vigore nel 2017. Per il Presidente dell’Inps Boeri, la necessità di intervenire per sostituire una volta per tutte la famigerata Legge Fornero non è una cosa che può essere rimandata.

Le ultime esternazioni di Boeri

Intervenuto in un convegno sul tema previdenziale il giorno 11 marzo a Torino, il Presidente dell’Inps ha ribadito la necessità di riforma delle Pensioni. Boeri ha sottolineato come non sia più possibile aspettare e rimandare una riforma che, più giorni passano e più diventa necessaria. Non bastano più interventi tampone, provvedimenti singoli per qualche categoria di lavoratori, ma sarebbe auspicabile riformare il sistema previdenziale dalle basi, concedendo finalmente la flessibilità in uscita. Il tema è sempre lo stesso, perché consentire ai lavoratori di scegliere, dove possibile, quando abbandonare il lavoro, premetterebbe anche di rilanciare il turnover occupazionale, con giovani che andrebbero a sostituire i vecchi lavoratori che andrebbero in pensione.

Per quanto riguarda il problema delle coperture, Boeri continua sul fatto che il tutto sarebbe a vantaggio delle casse dello Stato. Infatti, a fronte di una spesa preventivabile nel breve periodo (4 anni), perchè sarebbe necessario anticipare i soldi delle pensioni a chi esce prima, ci sarebbero dei vantaggi nel lungo termine per via delle penalizzazioni a cui andrebbero incontro i pensionati in anticipo.

I 5 punti della proposta INPS

La proposta dell’Inps è stata addirittura pubblicata sul finire dello scorso anno, in maniera ufficiale, sul sito dell’Istituto. Tra i tanti punti che servono per correggere le evidenti anomalie del nostro sistema previdenziale ce ne sono 5 su cui il Presidente Boeri continua a spingere incessantemente.

Aiutare gli over 55 con un sostegno al reddito di 500 euro al mese fino a quanto andranno in pensione. Questo perché, la categoria è doppiamente penalizzata dalla riforma Fornero che ne ha posticipato la pensione, e dal mercato del lavoro che, per le poche opportunità che concede, vira decisamente sul dare lavoro ai giovani anziché ai più anziani di età. Necessario anche sdoganare le diverse casse previdenziali pubbliche, cioè concedere a tutti i lavoratori di riunificare i vari versamenti per accedere alla pensione senza alcuna penalità. Vanno ricalcolate con il contributivo le pensioni erogate dalla politica, in modo tale da renderle più eque e dovrebbe essere inserito nel panorama previdenziale un contributo di solidarietà, una trattenuta sulle pensioni più alte in favore di quelle meno ricche.

Bisognerebbe anche consentire ai datori di lavoro di continuare a versare contributi per il lavoratore pensionato in modo tale da incrementargli l’assegno previdenziale. Infine, il punto cardine della flessibilità in uscita, cioè far scegliere al lavoratore quando andare in pensione a partire dai 63 anni e 7 mesi di età, non appena raggiunge i 20 anni di contributi. Naturalmente con una penalità per ogni anno di anticipo tra il 3% ed il 10%.