La primavera che sta per arrivare si annuncia ricca di mobilitazioni in vista della riforma pensioni 2016: il pressing al governo Renzi sta continuando e gli ultimi interventi di Damiano e Boeri sembrano voler richiamare ancora una volta l'attenzione dell'esecutivo a quella che viene considerata dagli italiani la priorità. Nel frattempo, i sindacati confederali hanno scelto la strada della protesta e il 2 aprile annunciano la prima manifestazione importante di quella che potrebbe essere una lunga serie. Il governo, in realtà, sembra essere poco intenzionato ad intervenire in tempi brevi e tutto sembra essere rimandato alla legge di stabilità di fine anno: l'ipotesi, però, che circola è quella di un intervento talmente 'modesto' che molti pensionandi potrebbero preferire rimanere al lavoro, una riforma delle Pensioni con penalizzazioni molto alte.
Dopo le ultime dichiarazioni di Mario Monti al programma DiMartedì, sembra essere sempre più chiaro che la legge Fornero è intoccabile.
I sindacati, la mobilitazione e le ultime novità riforma pensioni 2016
I sindacati confederali, dopo aver messo in piedi una piattaforma unitaria sui temi della politica economica e della riforma delle pensioni per il 2016, hanno deciso di dare avvio alla mobilitazione: la prima giornata di protesta è prevista per il 2 aprile. Il pressing sul governo Renzi vorrebbe essere tale da indurre l'esecutivo a lavorare sin da adesso su un intervento che consenta l'uscita flessibile: le ultime dichiarazioni, in tal senso, di Proietti della UIL sono indicative – le risorse, infatti, ci sarebbero, in quanto le entrate sono aumentate nel 2015 di circa 10 miliardi di euro e la lotta all'evasione fiscale avrebbe accresciuto gli introiti dello Stato di circa 15 miliardi di euro.
Il discorso, dunque, riguarda le priorità: il governo Renzi non dovrebbe nascondersi dietro l'insostenibilità finanziaria della misura di riforma della previdenza, ma dovrebbe prendere una decisione chiara. Secondo i sindacati, insomma, le risorse ci sono (e ci sarebbero state anche nella scorsa legge di stabilità) ma si è deciso di intervenire altrove e non sulle pensioni.
Precoci, esodati e donne, il pressing di Damiano e la riforma pensioni 2016
Anche Cesare Damiano è tornato a farsi sentire e a spingere affinché il governo Renzi si impegni in una riforma pensioni 2016 che dovrebbe contemplare: uscita flessibile a partire dalle regole previste dal ddl 857 (la cosiddetta proposta Damiano), una soluzione per i lavoratori precoci (la Quota 41), un'ottava salvaguardia per gli esodati, il nodo delle ricongiunzioni onerose, il monitoraggio dell'Opzione Donna con possibilità di proroga e di strutturazione, un intervento sulle pensioni d'oro.
Si tratterebbe, insomma, di lavorare ad un provvedimento da un lato 'strutturale' e 'definitivo' (Quota 97), dall'altro che sani tutte le vertenze nate a seguito della legge Fornero. Le ultime indiscrezioni dal governo Renzi, però, sembrano indicare che l'esecutivo si stia muovendo in altre direzioni: innanzitutto, si tende a rinviare tutto a fine anno (alle discussioni per la prossima legge di stabilità), dall'altro si stanno immaginando interventi come l'assegno di pensione anticipata, il quale sarebbe a tal punto poco conveniente per i pensionandi da avere poco appeal e poco seguito – insomma, secondo i sindacati, un modo per non toccare la Fornero. Per aggiornamenti su Damiano, Boeri e pensioni, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.