Adesso è Forza Italia che, seguendo le orme della Lega, inizia a muoversi sul problema Pensioni. In una mozione presentata in Senato Marco Marin ha chiesto al governo di dare piena attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale che aveva dichiarato illegittimo il blocco delle pensioni. Via libera quindi al rimborso degli importi non erogati ai pensionati che il governo aveva pensato di non pagare. Sempre nella mozione viene chiesto di affrontare la flessibilità pensionistica che affligge un mare di lavoratori che si sono visti allungare l'età della pensione dalla legge Fornero.

Uno dei problemi che affliggono i pensionati sono anche gli assegni pensionistici molto bassi. Non è credibile che una persona possa vivere con assegni intorno ai 500 euro e, per questo motivo, il M5S ha chiesto al governo che venga approvata la proposta di legge sul reddito di cittadinanza che garantirebbe ad ogni cittadino un importo di 780 euro. Con questa cifra si suppone che almeno i beneficiari avrebbero una vita dignitosa.

Damiano

Cesare Damiano insiste nella sua battaglia per la flessibilità delle pensioni. Ormai è vicino il momento che il governo prepari il documento programmatico con il quale si predispongono gli argomenti da trattare nella futura legge di Stabilità. Se nel Documento di Economia e Finanza non verrà tracciata una linea che prepari il governo ad affrontare l'argomento che interessa tantissimi lavoratori significa che Renzi non ha nessuna intenzione di risolvere il problema.

E questo è grave viste le continue promesse del Premier e dei suoi collaboratori.

La manifestazione

Il 2 aprile nelle città di Venezia, Roma e Napoli si terranno delle manifestazioni sollecitate dai sindacati per invitare il governo a discutere delle pensioni. I tre leader di CGIL, CISL e UIL dopo i cortei che si svilupperanno nelle tre città concluderanno le manifestazioni con un loro intervento.

Non sono solo le pensioni che i sindacati vogliono sollecitare ma anche il problema della disoccupazione giovanile visto che la gente non va più in pensione. E il ministro Poletti lo ha ribadito anche se adesso sembra più orientato verso un percorso nel quale i lavoratori invece di andare in pensione subito avrebbero una graduale diminuzione dell'orario di lavoro.