La professione del medicooggigiorno è diventata una professione difficile. A dirlo infatti è l’ultima indagine dell’Anaao Assomed,che su un campione di oltre 1000 medici che lavorano negli ospedali italiani, ha messo in luce le enormi difficoltà che spesso sono costretti a superare. Parecchi dati mettono infatti in evidenzia un quadro allarmante che inizia dalla qualità del lavoro del medico costretto a turni notturni massacranti, che si vede quindi costretto a lavorare più delle 48 ore settimanali previste dalla legge senza percepire nessun extra.

Senza dimenticare che le conseguenze di blocco del turnover,di anni di definanziamento della sanità, si ripercuotono anche sulla sicurezza dei pazienti, che rischia di essere compromessa. Per esempio avere in affidamento anche più di 100 pazienti per turno diguardia vuol dire mettere a repentaglio la qualità dell’assistenza. Anche la situazione dei posti letto è preoccupante, senza tralasciare l’altro tasto dolente delle dimissioni dei pazienti, spesso affrettate e con uno scarso coordinamento territorio - ospedale.Tale drammatico sistema però non riguarda solo i medici strutturati, ma anche quelli specializzandi spesso sfruttati dal sistema sanitario proprio per via delle bassa remunerazione sproporzionate rispetto alla quantità e qualità dell’impegno

La Corte d’Appello di Messina risarcisce i medici specializzandi

Una buona notizia sembra tuttavia venire proprio della magistratura di merito che nello specifico sta riconoscendo ai medici specializzandi sia il risarcimento per violazione del principio all’adeguata remunerazione, sia di conseguenza l’aggiornamento del relativo trattamento economico.

La Corte d’appello di Messina infatti, con una recente sentenza, confermando l’orientamento di molti tribunali e delle Corti capitole, ha riconosciuto appunto il diritto ad ex medici specializzandi ad un’adeguata remunerazione in relazione al lavoro svolto ogni giorno, in accordo anche alla direttiva europea 93/16.

La Corte d'appello siciliana ha condannato l’Università di Messina a ricalcolare le borse di studio, prendendo come parametro di riferimento l’incremento previsto dal CCNL dei medici del SSN oltre interessi.

Anche il MIUR e dunque lo Stato è stato condannato al risarcimento di oltre 15 mila euro esclusi gli interessi per ogni anno di specializzazione non retribuita equamente. Risulta così superato il precedente orientamento che sottolineava invece come la remunerazione dei medici specializzandi specialmente degli anni 80/90 non era da considerarsi come una vera è propria remunerazione con la conseguenza che l’importo non andava rapportato al lavoro svolto.

Tale sentenza è la 1^ ad essere espressa da una Corte siciliana, anche se non è certo la 1^ che ha riconosciuto tale diritto ai medici specializzandi del periodo 1994-2006, penalizzati dal mancato recepimento delle direttive comunitarie da parte dell'Italia. Il principale effetto che consegue dalla violazione della normativa comunitaria sul giusto compenso (e anche dalle direttive europee 75/362 e 82/76/CEE) è quindi quello della condanna ad un corretto trattamento economico a seguito della mancata attuazione della normativa nazionale. Speriamo quindi che tale autorevole statuizione della Corte d’Appello messinese possa costituire un importante precedente giurisprudenziale da prendere a riferimento proprio perché valorizza il ruolo professionale anche degli attuali medici specializzandi, che nonostante l’adeguamento alle direttive comunitarie, ancora percepiscono stipendi bassi. Per altre informazioni sul tema potete premere il tasto segui accanto al mio nome.