Pensioni, ancora caos. Le novità di giornata ci rimandano al post di Walter Rizzetto, in aperto contrasto con 'qualche collega della maggioranza' che aveva indicato il Def come strumento e testo dove parlare della flessibilità. 'Nessun accenno', questa la sentenza dell'onorevole, che dopo un passato con il Movimento 5 Stelle è passato al partito Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Post che, come è normale che sia, ha suscitato un vespaio di polemiche tra i lavoratori precoci, citati da Rizzetto al termine del messaggio postato sulla propria bacheca.

In un primo momento la stessa agenzia giornalistica Ansa aveva diffuso le poche righe contenute nel Programma nazionale di riforma, pubblicato insieme al Def in data 9 aprile. Si leggeva, effettivamente, la volontà da parte del governo di valutare interventi con l'obiettivo di introdurre la flessibilità pensionistica. Nei giorni scorsi, ricordiamo, Cesare Damiano si era augurato che l'esecutivo citasse la riforma previdenziale all'interno del documento di economia e finanza in modo da accendere la speranza per un intervento risolutivo nella prossima legge di Stabilità.

Walter Rizzetto e l'attacco al governo

Riforma pensioni, si farà oppure no? La risposta che si è dato Walter Rizzetto sembrerebbe negativa.

L'ex parlamentare del Movimento 5 Stelle ha invitato le persone che lo seguono sui social ad esprimere la propria opinione circa il fatto se avesse ragione oppure no quando affermava in precedenza di 'non credere alle solite balle'. Da tempo è nota la vicinanza di Rizzetto e dei lavoratori precoci, protagonisti degli hashtag utilizzati dall'onorevole a fine post, dove sono stati citati anche quota 96, proroga opzione donna e quota 41.

Quest'ultima diventerà tra non molto il terreno di scontro decisivo tra precoci e governo, con i lavoratori di questa speciale categoria che continuano a chiedere l'intervento da parte della maggioranza per l'introduzione di quella che impropriamente viene definita pensione anticipata. Dopo 41 anni di contributi i lavoratori precoci andrebbero in pensione indipendentemente dall'età anagrafica e senza penalizzazioni sull'assegno pensionistico, altro elemento ritenuto indispensabile, di fronte alla penalizzazione del 2 percento per ogni anno di anticipo nella proposta ribattezzata quota 97 contenuta nella proposta di legge numero 857 di Cesare Damiano.

All'interno del gruppo Facebook che riunisce la maggioranza dei precoci in Italia (si è arrivati ad oltre 14 mila iscritti), è palese la rabbia nei confronti della classe politica per l'ennesima occasione mancata, nonostante le parole del premier all'indomani dell'imponente manifestazione del 2 aprile organizzata dai sindacati per chiedere la modifica della legge Fornero. Tra poco più di 10 giorni i precoci saranno protagonisti di una nuova protesta, stavolta a Roma, fissata per il giorno 22 aprile, quando nuovamente si chiederà quota 41, senza se e senza ma, questo lo slogan della categoria, che ha creato anche una maglietta personalizzata con cui si presentano ad ogni manifestazione per rendere 'visibile' la categoria. Qual è il vostro pensiero di fronte al durissimo attacco di Walter Rizzetto?