Pensioni, nuova manifestazione. Le novità riferiscono dell'ennesima mobilitazione dei lavoratori precoci per chiedere al governo quota 41. La prossima protesta, dopo quella dello scorso 2 aprile, sarà a Roma tra poco meno di due settimane, il giorno 22, di venerdì, sotto i palazzi del Ministero dell'Economia e Finanze. Venti giorni dopo dunque i precoci scendono nuovamente in piazza per chiedere che venga discusso e approvato il ddl 857 di Cesare Damiano, che oltre a contenere la pensione anticipata a 62 anni include appunto il provvedimento che permette ad un precoce che ha lavorato per 41 anni di andare in pensione senza alcuna penalizzazione.
Una lotta che non conosce soste quella dei precoci, che anche attraverso la rete e i vari gruppi Facebook sta acquisendo via via sempre più importanza. Fondamentali, in questo senso, i vari comitati che sono nati in diverse regioni italiane, dal Piemonte alla Sardegna, tutti uniti per un solo obiettivo, quello di ottenere un trattamento equo, altrimenti il rischio è di andare in pensione dopo 43-45 anni di contributi.
L'incontro tra i precoci e Cesare Damiano
Stanotte sul gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti sono state pubblicate foto e video con protagonisti gli appartenenti al comitato di Torino, che hanno presenziato ad un intervento in cui c'era anche Cesare Damiano.
Il presidente della commissione Lavoro alla Camera è stato ripreso mentre filmava la petizione per il disegno di legge 857, il suo, contenente appunto quota 41. Oltre a Damiano ha firmato anche Fassino. Damiano appare sorridente al fianco dei precoci, segno forse che qualcosa si stia realmente muovendo. Piccoli passi in avanti sono stati registrati nel corso della settimana dopo la 'bomba' lanciata da Matteo Renzi, arrivata pochi giorni dopo la grande manifestazione organizzata dai sindacati lo scorso 2 aprile, l'estensione del bonus di 80 euro per chi percepisce la pensione minima, una notizia, un annuncio, che è stato però preso dalle pinze sia dai sindacati che dai lavoratori, con quest'ultimi che non credono più di tanto alle parole del premier, sostenendo, una parte, che si tratti soltanto dell'ennesimo spot elettorale, dal momento che le elezioni amministrative sono ormai vicine (di ieri l'annuncio che il primo turno si terrà il prossimo 5 giugno, con l'eventuale ballottaggio fissato al giorno 19 dello stesso mese, due settimane più tardi).
Il mese di aprile è comunque importante perché non abbiamo ancora dimenticato le parole di Damiano, il quale non molti giorni fa aveva detto che questo mese sarebbe state fondamentale per capire le reali intenzioni del governo, in relazione alla presentazione degli obiettivi programmatici all'interno del Def, obiettivi tra cui dovrebbe essere presente anche la flessibilità in uscita, un altro tema toccato dal presidente del consiglio, sebbene la prossima legge di Stabilità, punto di arrivo fissato dall'esecutivo, appare ancora lontana.
Se, ha detto Damiano, la flessibilità non sarà nel Def, molto probabilmente anche il 2016 non sarà l'anno della riforma pensioni, con qualsiasi discorso che verrebbe rinviato dunque al 2017 (ed eventuali interventi che partirebbero soltanto nel 2018, tra due anni). Credete anche voi che quelli di Renzi siano soltanto spot elettorali oppure nel 2016 avremo veramente la riforma?