La confusione regna sovrana. Il dibattito sulle pensioni dei lavoratori precoci è strettamente collegato alla flessibilità in uscita, punto cardine della prossima riforma Pensioni. Negli ultimi giorni erano giunte rassicurazioni in questo senso da parte di più di un esponente del governo. Su tutti il sottosegretario del Mef Pier Paolo Baretta, che ha indicato la prossima legge di stabilità come termine ultimo per la modifica della legge Fornero. Il deputato del Partito democratico ha difeso l'attuale riforma previdenziale, sottolineando i benefici tratti dal Paese in termini di risparmio.
Allo stesso tempo però ha ammesso la rigidità in alcuni punti della legge, aprendo di fatto alla flessibilità.
L'incertezza sulla flessibilità
«Il 51 per cento di possibilità». A tanto ammonterebbero le possibilità di vedere la flessibilità entrare nella riforma pensioni entro la fine dell'anno, durante la discussione della legge di Stabilità. A dirlo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, durante un'intervista rilasciata al quotidiano “Repubblica”. Entrando maggiormente nello specifico, Poletti ha evidenziato il fatto che fino ad ora nessuno dei governi succedutisi a quello “montiano” è riuscito ad introdurla. Le cause, secondo il ministro, sono da imputare ai vincoli europei e alle regole di contabilità nazionale.
Il possibile intervento dello Stato sugli assegni pensionistici penalizzati
Poletti non ha escluso che lo Stato possa venire incontro a quei lavoratori che decideranno di andare in pensione accettando un'eventuale decurtazione dell'assegno pensionistico. «È un tema da affrontare», così si è espresso il ministro del Lavoro riguardo la possibilità che lo Stato integri le pensioni penalizzate dall'uscita anticipata dal lavoro.
Parole che faranno sicuramente piacere ai lavoratori, che vanno però completate con la riflessione finale del ministro. Un intervento di questo genere comporterebbe, va da sé, maggiori costi da parte dell'esecutivo. Per questo motivo ogni discorso è rimandato ai prossimi mesi, quando il governo avrà le idee più chiare su quale strada intraprendere.
Protesta il 19 maggio a Roma
Intanto i lavoratori precoci ricordano l'appuntamento per il 19 maggio, quando a Roma aderiranno alla manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil per chiedere la modifica della riforma Fornero. Le ultime novità in tema previdenziale non sembrano piaciute ai precoci, come si evince dai post di protesta contro il governo comparsi negli ultimi giorni sulla bacheca della pagina facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”. Oltre alla mobilitazione del 19 maggio, i precoci saranno nella capitale il 22 aprile per richiedere, ancora una volta, l'approvazione di quota 41. Sperando che sia la volta buona.