Sulla scia delle grandi manifestazioni dei sindacati del 2 aprile, le discussioni sulla riforma Pensioni 2016 sono nuovamente montate e arrivano indicazioni importanti: se Cesare Damiano aveva chiesto a gran voce di inserire un primo schema di riforma previdenziale all'interno del DEF di aprile, la risposta è arrivata direttamente da Baretta, sottosegretario all'Economia, che ha chiarito che non sarà possibile mettere in campo un intervento in tempi tanto ristretti. Una nuova doccia gelata per tutti coloro che attendevano un provvedimento di uscita flessibile dal lavoro, di Quota 41 (segnatamente per i lavoratori precoci) o la proroga dell'Opzione donna fino al 2018.

Nel frattempo, sono stati resi noti alcuni dati sulle 'baby pensioni' e la questione ha suscitato discussioni e confronti nel governo, nell'Inps e in tutti coloro che si occupano di previdenza.

I 'baby assegni' e le ultime news riforma pensioni oggi 4 aprile

Secondo quanto rivelano i dati Inps, l'età media per accedere alle pensioni di vecchiaia era di 55 ani per le donne e di 60 anni per gli uomini, e così si è verificata la situazione per cui ci sono pensionati che percepiscono assegni da più di 36 anni (il riferimento è alle norme precedenti al 1980). A questi dati dovrebbero essere aggiunti anche coloro che, prima del 1992, sono riusciti ad uscire dal mondo del lavoro con appena 14 anni, 6 mesi e 1 giorno di contribuzione – si tratta delle donne sposate con figli.

Insomma, la riforma delle pensioni per il 2016 non può non partire da alcuni squilibri che riguardano il mondo variegato delle 'baby pensioni': Tito Boeri, infatti, ha dichiarato che, a causa di questi squilibri dovuti a concessioni eccessive nel passato, bisognerebbe agire tramite prelievi di solidarietà sugli assegni più elevati.

A rispondergli è il ministro Poletti che ricorda come un prelievo già sia in atto e che si sta discutendo se estenderlo o meno per il futuro.

Nessun intervento nel DEF: ultime news riforma pensioni oggi 4 aprile

Tito Boeri, dunque, ha rilanciato la necessità di una riforma delle pensioni 2016 che sia basata sulla libertà individuale di decidere quando uscire dal mondo del lavoro: l'importante sarebbe predisporre un intervento legislativo che penalizzi chi decida di uscire prima e premi chi preferisca rimanere al lavoro.

L'importante sarebbe, appunto, permettere questa libertà di costruire un proprio piano individuale anche per quanto riguarda il periodo della pensione. Sulla scia delle manifestazioni del 2 aprile, ha deciso di intervenire anche il sottosegretario Baretta, il quale ha innanzitutto sottolineato come sia impossibile un ricalcolo contributivo degli assegni già in essere e come sia impossibile che il governo Renzi appronti un primo schema di riforma delle pensioni già nel DEF: la legge Fornero va difesa a tutti i costi perché ha permesso la tenuta dei conti e ha salvato le casse dello Stato, andrebbe però stemperata con un provvedimento di uscita flessibile dal mondo del lavoro. Baretta promette che il governo Renzi sta già studiando un intervento di riforma delle pensioni e quello più quotato, al momento, sembra essere il 'prestito pensionistico' con coinvolgimento attivo delle aziende: con una misura di questo tipo, il lavoratore che svolge mansioni pesanti potrebbe scegliere di uscire prima dal mondo del lavoro con conseguente vantaggio per le aziende che potrebbero assumere dei giovani e dello stesso pensionato che, con un ritocco dell'assegno, potrebbe andare in quiescenza prima. Per aggiornamenti su dibattiti e confronti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.