Non è un segreto che il dipendente pubblico sia visto dagli altri lavoratori come il privilegiato di turno. Anche per colpa di qualche dipendente poco serio, i famosi furbetti del cartellino, gli statali per la maggioranza delle persone, sono quelli che lavorato meno. C’è poi la vecchia storia dei contratti statali che sono da sempre i più sicuri e stabili rispetto al privato, legato a regole di mercato, crisi e così via. Questo almeno fino a qualche anno fa, dal momento che negli ultimi anni anche il Lavoro Pubblico ha registrato i suoi grossi problemi.

L’Istat con le sue statistiche ha appena pubblicato delle tabelle che mostrano le variazioni di salario negli ultimi 5 anni, per tutte le categorie di lavoratori e gli statali, sono gli unici penalizzati.

Stipendi in crescita

L’analisi si riferisce come dicevamo a delle tabelle Istat con i dati fuoriusciti rielaborati da AdnKronos. Il periodo in osservazione è quello dal 2010 al 2015, periodo al cui interno c’è anche la grande crisi del 2011, con lo spread salito a livelli di guardia massimi. In questi ultimi 5 anni, la globalità delle retribuzioni, cioè gli stipendi di tutti i lavoratori dipendenti, è salita del 7%, cioè di oltre 1.600 euro all’anno cadauno. Questo mediamente, perché a seconda della tipologia di lavoro e del settore di impiego, le differenze sono tante.

I dipendenti più “ricchi”, cioè con i salari più alti, sono quelli del settore assicurativo e finanziario, con stipendi medi di 36.568 euro. Il rovescio della medaglia è rappresentato dal settore agricolo, con salari medi di 17.943 euro, anche se rispetto al 2010, a questi ultimi spetta un incremento tra i più alti del panorama lavorativo nazionale, pari all’11,5%, cioè lo stipendi è salito in 5 anni di oltre 2.000 euro.

Gli unici in calo sono gli stipendi pubblici

Il settore industria e quello manifatturiero sono gli altri che hanno fatto registrare aumenti cospicui, con questi ultimi che rappresentano la punta con il 12,50% di aumento. Forse qualcuno non ci crederà, ma gli unici stipendi che sono calati rispetto al 2010 sono proprio quelli del comparto pubblico.

Le tabelle in questo senso sono abbastanza chiare segnando un quasi uno 0,8% di calo che tradotto in soldoni significa 240 euro in meno di quanto si percepiva nel 2010. Nel dettaglio dei vari comparti della Pubblica Amministrazione, va meglio, ma di poco, per il comparto scuola e quello della sanità, con aumenti tra lo 0,5% e l’1,5%. Sarà per il blocco per la perequazione derivante dal Decreto Salva Italia di Monti, sarà per la spending review che colpisce sempre il pubblico, ma per gli statali, gli ultimi 5 anni non sono stati certo positivi dal punto di vista dei salari.