Importanti novità provenienti dall’Istituto della Previdenza Sociale riguardanti i lavoratori della Pubblica Amministrazione che sono prossimi alla pensione. Il 22 marzo, lInps ha pubblicato una circolare proprio sul tema delle Pensioni per i lavoratori cosiddetti statali. Parliamo della circolare n°54 con cui l’Istituto comunica la nuova procedura che i lavoratori dovranno seguire per collocarsi in pensione. Eccone i contenuti e le cose più importanti che fuoriescono dal testo della circolare.

Circolare 54 del 22 marzo 2016

Si chiama SIN 2 ed è il nuovo sistema con cui saranno liquidate le pensioni per i Dipendenti Pubblici.

Con la comunicazione dell’INPS, finisce la fase sperimentale, nata da un’altra vecchia circolare INPS del 28/05/2015, di questa nuova procedura. Ad esclusione dei lavoratori statali che hanno tutti i versamenti contributivi fatti all’INPS, questa nuova procedura, diventa a tutti gli effetti strutturale, cioè coprirà l’intera platea dei lavoratori statali che hanno versamenti in altre casse previdenziali. I lavoratori che hanno versamenti contributivi fuori dall’INPS, per esempio nella gestione ex-INPDAP e che sono stati spostati nella Cassa dello Stato sono quelli la cui domanda di pensione sarà influenzata dalla nuova procedura. In parole povere, scompare l’obbligo da parte del datore di lavoro, di inviare all’INPS il modello PA04, quello che di norma certificava i periodi di attività lavorativa prestati alle dipendenze di un Ente e le relative retribuzioni contributive.

Adesso, sarà il lavoratore a presentare la domanda di pensione almeno 6 mesi prima della data di uscita dal lavoro. Dopo l’istanza, sarà cura dell’INPS controllare la veridicità dei dati, la bontà dei periodi contributivi ed ogni sorta di anomalia presente nella situazione del lavoratore in relazione ai versamenti a suo nome.

Obblighi dell’Ente datore di lavoro

L’Ente pubblico per il quale un lavoratore presta attività avrà, quindi, l’obbligo di facilitare, a 6 mesi dall’uscita del lavoratore, l’accesso a tutti i dati, contributi e così via, in modo tale da rispettare quella che sarà la condizione necessaria per andare in pensione. Infatti, la domanda di pensione sarà recapitata anche al datore di lavoro che deve verificare la regolarità e la congruità dei dati contributivi del suo dipendente.

Sempre l’Ente, in caso riscontrasse errori, anomalie e problematiche varie, sarà tenuto alla correzione, in modo tale da permettere, all’INPS di erogare la pensione corretta e definitiva, senza rifugiarsi in una pensione provvisoria che potrebbe causare problemi successivi per chi la percepirà.