Renzi aveva promesso di sistemare le cose. Aveva promesso che la disoccupazione sarebbe scesa e che il suo livello, sotto al suo governo, sarebbe stato l'equivalente del nulla. Così non è stato: la realtà, i dati raccontano qualcosa di diverso. La disoccupazione è ancora una realtà di questi tempi, con giovani che arrancano per cercare un loro posto nel mondo e disoccupati over 55, vittime della discriminazione e della Fornero. Mancanza di ricambi generazionale, così lo hanno definito il numero che indica il tasso di giovani senza lavoro. Necessità, l'aumento dell'età anagrafica per accedere alla pensione da parte di chi nel mondo del lavoro ci vive già da anni.
Infine, il termine che può al meglio definire la penuria di lavoro per i giovani e le assunzioni è: mancanza di esperienza. Un'esperienza impossibileda maturare in un paese che non offre opportunità. Come si traduce in termini economici tutto ciò? In seguito ad una ricerca Istatè possibile capire a quale livello a disoccupazione sia arrivata e cosa quale peso gravi sulle spalle degli italiani.
La realtàdel governo Renzi: esiste una soluzione?
L'Istat nel rapporto annuale del 2016 hadelineato una situazione economica incerta, con lievi picchi di risalita, subito seguiti da quelli di discesa. Nonostante le assunzioni non siano mancate, i disoccupati sono aumentati. un controsenso che si traduce con contratti a tempo indeterminato sottoscritti da chi già godeva di un contratto di lavoro a termine, mentre chi era disoccupato, nella maggiore parte dei casi, lo è rimasto.Le assunzioni sono state sostenute dagli sgravi fiscali erogati dal governo Renzi, nonostante ciò sono aumentate le famiglie che non hanno un reddito per potere vivere.
I dati di maggiore rilievo si registrano al sud con un aumento del 5% rispetto al 2004.
E' aumentato il numero di pensioni che è uscito dal mondo del lavoro con 40 anni di contributi, il numero è cresciuto fino a raggiungere quattro volte il valore precedente. Questo dato significa che le casse dello Stato devono erogare unnumero maggiore di pensioni, ma le tasse derivate dalle tasse applicate sugli stipendi sono diminuite a causa della disoccupazione.
Inoltre l'Istat evidenza una situazione di iniquità palese: i giovani laureati in oltre il 50% dei casi non trovano lavoro o, se lo trovano, non è quello per cui hanno studiato; i contratti che sottoscrivono sono a tempo determinato e la situazione rimane invariata ed avvolta in un limbo he lo Stato non riesce a rompere questo limbo.
Una situazione molto diversa da quella che Renzi esprimeva: i giovani non riescono a trovare lavoro, la disoccupazione cresce sotto la spinta di un turn over che manca e non si concretizza perché è ormai impossibile accedere alla pensione con un'età inferiore ai 62 anni (con i criteri odierni e non soggetti ad alcuna forma sperimentale applicata). Una situazione che assume l'ambivalenza di un circolo vizioso, dovei fattisovvertono le parole. In tutto questo molti si chiedono cosa intende fare il governo per riuscire a sanare questa realtà, prima che sia troppo tardi.