Giungono importanti novità sul fronte delle Pensioni anticipate in riferimento alle misure che il governo adotterà con la prossima Legge di Stabilità inserendo la tanto agognata, da parte dei lavoratori, flessibilità in uscita. A parlare è Giuliano Poletti, che in occasione dell'assemblea Rete Italia, come riporta Il Sole 24 ore, si è soffermato su un aspetto molto importante della nuova riforma, quello relativo alla penalizzazione del 3 per cento. In precedenza, da fonti giornalistiche, si era intuito che il governo potesse tagliare l'assegno pensionistico del 3% a chi andava in pensione con qualche anno di anticipo rispetto ai requisiti della legge Fornero.

In realtà le cose non stanno esattamente così.

Importante rassicurazione del ministro del Lavoro

In merito alle pensioni anticipate il ministro del Lavoro Poletti ha chiarito ai giornalisti che la misura su cui il governo sta lavorando in queste settimane non prevede una penalizzazione secca del 3 per cento. Cosa significa questo? Significa che il taglio nell'ordine del 3% non sarà automatico per tutti i lavoratori. Come ha spiegato Poletti, esistono differenti tipologie di lavoratori, tra chi lavora e chi invece si ritrova disoccupato a pochi metri dal traguardo. Ciascuna delle due categorie dovrebbe accedere alla pensione con modalità differenti.

"Non possiamo fare un'operazione uguale per tutti, alla stessa maniera, perché - ha ribadito Poletti - c'è chi lavora e chi è in disoccupazione".

Alla luce delle ultime dichiarazioni del ministro del Lavoro, si può supporre che chi ha perso il lavoro avendo maturato quasi tutti i contributi per andare in pensione, oltre a poter staccare l'assegno previdenziale, dovrebbe ricevere una penalità inferiore al 3 per cento, o comunque una penalità diversa rispetto a chi si trova in una condizione oggettivamente migliore.

Poletti è tornato a ribadire che il governo è alla ricerca di soluzioni socialmente eque. Questo significa che la flessibilità adottata dall'esecutivo Renzi a partire dalla prossima Legge di Stabilità non creerà, o quantomeno non dovrebbe creare, le stesse polemiche che si sono registrate tra i lavoratori italiani all'indomani della legge Fornero, ancora criticatissima da parte di alcune categorie, come ad esempio i lavoratori precoci, che continuano a chiedere quota 41 di Cesare Damiano per poter accedere alla pensione senza dover lavorare 42-43 anni.

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