Il tema è talmente di dominio pubblico e di importanza fondamentale per tutti, dai prossimi pensionati ai giovani, che la riuscita della manifestazione promossa ieri dai sindacati, non è mai stata in discussione e non rappresenta una novità. La riforma del sistema previdenziale con il suo impatto sia sulle Pensioni che sul lavoro dei giovani, deve essere fatta senza ombra di dubbio e ieri, la platea dei manifestanti ha confermato questo. Tra le altre cose, a giorni è previsto un incontro ufficiale tra sindacati e Ministero del Lavoro per discutere proprio di questo.
Ma cosa hanno chiesto ieri i sindacati e di cosa si parlerà nell’incontro?
Dalla flessibilità al bonus da 80 euro
Il tema centrale della manifestazione è stato sicuramente la flessibilità in uscita. Il problema riconosciuto da tutti è scavalcare i pesanti inasprimenti che la Legge Fornero, quella che oggi è in vigore e che decreta le modalità di accesso alla pensione. I sindacati su questo punto sono rigidi ed in assenza di riscontri da parte del Governo, minacciano uno sciopero generale. L’occasione della manifestazione è diventata ancora più importante dopo la mossa dell’Esecutivo che ha lanciato l’APE, l’anticipo pensionistico che è la proposta del Governo di riforma delle pensioni. Il fatto che questa proposta non basti è ormai risaputo con i precoci di quota 41 che rischiano di essere penalizzati e con il sistema previsto e con l’inserimento nel meccanismo pensionistico delle banche e delle cosiddette pensioni in prestito che non piace a molti.
I sindacati inoltre ieri hanno chiesto che fine abbia fatto la promessa di Renzi di allargare anche ai pensionati, il bonus da 80 euro erogato ai lavoratori dipendenti dal maggio 2015.
Poletti ha aperto la porta del Ministero
Il 24 maggio, il Ministro del Lavoro, Poletti ha organizzato un incontro con i sindacati proprio per discutere di queste problematiche e per presentare ufficialmente l’APE.
In quella occasione i sindacati dovrebbero rimarcare le richieste di ieri. Inoltre, importante sarà anche capire la volontà del Governo di separare l’assistenza dalla previdenza, con tutte le loro prestazioni. Un altro capitolo importante da definire sarà la vicenda del blocco agli aumenti delle pensioni voluto dalla Fornero nel 2012.
Su questo blocco ci fu una sentenza della Consulta che ne sancì l’incostituzionalità. Fu proprio il Ministro del lavoro a predisporre l’azione del Governo in risposta di quella sentenza con il famoso Bonus Poletti che risarcì, ma solo parzialmente i pensionati vittima del blocco.
Anche su questo punto i sindacati minacciano battaglie affinché venga completata l’operazione con una piena rivalutazione degli assegni a quei pensionati cui la Fornero chiese il sacrificio in nome dello spread. Capitolo delicato è anche quello delle tasse sulle pensioni che secondo i pensionati, sono più alte di quelle degli attuali lavoratori dipendenti. Qualche giorno fa a Ballarò su Rai 3, il Ministro ha pubblicamente confermato l’incontro delineando le linee guida della discussione.
L’apertura del Ministro sembrò totale, a partire dalla flessibilità che è necessaria per far ripartire il ricambio generazionale e dare lavoro ai giovani e con il costo del lavoro che deve diminuire a tal punto da prevedere che entro la fine della legislatura, le assunzioni a tempo indeterminato costeranno meno di quelle precarie ed a termine.