Nonostante il Governo abbia dato il via libera al part-time agevolato per i lavoratori prossimi alla pensione, restano ancora esclusi i cosiddetti lavoratori usuranti e precoci. Stando al decreto del ministero del lavoro pubblicato la settimana scorsa sulla Gazzetta Ufficiale, infatti, tale misura escluderebbe coloro che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata.

Un'altra delusione per i lavoratori precoci che ormai da tempo attendono l'approvazione della Quota 41 che darebbe loro la possibilità di lasciare anticipatamente il lavoro dopo la maturazione di almeno 41 anni di versamenti contributivi indipendentemente dall'età anagrafica.

Come ha spiegato nei giorni scorsi il ministro Giuliano Poletti, la misura sarebbe rivolta solo ai lavoratori che entro il 31 dicembre 2018 si trovano in possesso dei requisiti per la pensione di vecchiaia, ovvero 66 anni e 7 mesi per gli uomini e 65 anni e 7 mesi per le donne. "Vedremo se questa iniziativa piacerà alle imprese", aveva dichiarato Poletti dopo che l'esecutivo ha dato il via libera.

Part-time agevolato per i lavoratori prossimi alla pensione

Stando al decreto, infatti, gli interessati potrebbero richiedere, previo accordi con il datore di lavoro, una riduzione dell'orario lavorativo che va tra il 40 e il 60 % anche se verrebbe comunque riconosciuta la contribuzione figurativa fino al raggiungimento della pensione piena.

La misura sarebbe rivolta anche ai lavoratori del settore privato che siano titolari di conti assicurativi presso fondi sostitutivi.

I precoci esclusi dalla misura

Ad essere esclusi, sono i lavoratori usuranti e precoci visto che, avendo iniziato a svolgere la loro attività lavorativa in giovane età si ritrovano con il massima dell'anzianità contributiva ma non raggiungono il requisito anagrafico.

Anche i lavoratori appartenenti al settore pubblico e i lavoratori con contratto a tempo determinato non potranno ricorrere al part-time agevolato. Un'altra pesante restrizione imposta dal decreto che, stando a quanto accertato dal Dicastero di via Veneto, potrebbe essere utile per circa 30 mila lavoratori.