Il fine settimana è stato ricchissimo di dichiarazioni sul tema della riforma pensioni 2016/2017e alcuni di essi sono realmente importanti per cercare di capire il possibile futuro della previdenza italiana. Innanzitutto, occorre sottolineare una stoccata durissima arrivata da Tommaso Nannicini, sottosegretario e renziano di ferro nonché bocconiano di fama, che ha chiarito come il governo intenda sì ascoltare i sindacati, ma, qualora la linea sia differente, l'esecutivo procederà da solo. Nel frattempo, si segnala un intervento interessante di Alberto Brambilla, sottosegretario al Welfare nell'ultimo governo Berlusconi, il quale sottolinea che l'unico modo per frenare le 'follie' del governo Renzi sul tema della riforma delle Pensioni è quella di riportare l'anzianità contributiva a 41 anni per tutti.

Sempre sul fronte Quota 41 e lavoratori precoci, si segnala un'interessante iniziativa di questa categoria: si tratterebbe di scrivere un libro in cui si racconta la vita di questi lavoratori-bambini e il cui ricavato andrebbe direttamente ad alcuni di loro che, avendo perso il lavoro dopo 40 anni e non avendo ancora raggiunto l'età pensionabile, versano in gravi difficoltà economiche.

Nannicini durissimo contro i sindacati: novità riforma pensioni oggi 30 maggio

Il premier Matteo Renzi avrebbe 'sguinzagliato' il suo sottosegretario Tommaso Nannicini per lanciare un messaggio forte e chiaro ai sindacati che stanno per sedersi al tavolo delle trattative per la riforma pensioni 2016/2017: le parole del sottosegretario, infatti, sono state molto chiare e non potranno che suscitare vaste polemiche.

Secondo Nannicini, infatti, sarebbe finito il tempo in cui i sindacati dettavano regole, la contrattazione questa volta avverrà in questa maniera: il governo ascolterà i sindacati, se nelle loro proposte ci sarà qualcosa di accettabile verrà accolto, altrimenti si proseguirà comunque. Si tratta, dunque, dell'esautorazione del ruolo dei sindacati nella contrattazione e, secondo alcuni osservatori, si tratterebbe di una linea assolutamente condivisa dal governo Renzi che ha proceduto alle riforme senza contattare i sindacati o snaturandone la funzione.

Del resto, Matteo Renzi non ha mai fatto mistero di non amare le trattative con i sindacati: la delusione maggiore, però, è per coloro che sperano nell'operato dei sindacati (come i lavoratori precoci, ad esempio), soprattutto se si pensa a quello che sta succedendo in Francia, dove il sindacato 'omologo' della CGIL, la CGT, sta mettendo il paese a ferro e a fuoco.

Le ultime novità sulla Quota 41 e sulla riforma pensioni 2016/2017

Sul fronte della Quota 41 per i lavoratori precoci, comunque, arrivano dei nuovi appoggi, ma sempre da parte di chi si pone in opposizione alla riforma delle pensioni proposta dal governo Renzi: si tratta di Alberto Brambilla, il quale, in un'intervista rilasciata al quotidiano il Giornale, ha sottolineato come la Quota 41 per tutti (e non solo per i lavoratori precoci) potrebbe essere la soluzione migliore e più semplice. Si tratterebbe di un sistema a penalizzazioni decrescenti: con 35 anni di contributi, la penalizzazione sarebbe del 12,24%; con 36 anni del 10,20%; a 37 anni dell'8%, fino ad azzerarsi completamente raggiunta la Quota 41 anni di contribuzione.

Difficile, comunque, che questa ipotesi possa essere vagliata, anche perché il governo Renzi non sembra voler retrocedere sulla propria proposta, soprattutto dopo le durissime parole rivolte da Nannicini ai sindacati, i quali sostengono anch'essi la Quota 41 per i precoci. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.