L'esecutivo sta lavorando a un provvedimento strutturale per la flessibilizzazione dell'uscita dal lavoro che sia valido per fasce triennali di età: lo ha detto oggi, a proposito della riforma Pensioni 2016 annunciata dal premier Matteo Renzi, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti. "Il governo - ha confermato l'esponente dell'esecutivo - lavora a una misura strutturale per la flessibilità in uscita".

Previdenza e lavoro, nuovo intervento del ministro Poletti sulla flessibilità

Il ministro del Lavoro ha in particolare parlato di una misura previdenziale "che sia valida - ha detto Poletti - per fasce triennali di età".

Ancora si attende di conoscere ulteriori dettagli della proposta annunciata dal ministro Giuliano Poletti in tv ma le sue ultime dichiarazioni sembrano confermare in qualche modo l'impegno assunto da Renzi sull'Ape (Anticipo Pensionistico). "Stiamo pensando - ha detto Poletti oggi durante la registrazione della trasmissione 2 Next - a una misura strutturale che valga per fasce di tre anni di età". Come? "Ogni anno - ha spiegato il responsabile del welfare illustrando l'ipotesi allo studio - ci sarà chi matura la condizione per l'uscita". In questa direzione va l'impegno dell'esecutivo che punterebbe anche ad aumentare le pensioni minime con il bonus fiscale da 80 euro al mese sulla scia di quello previsto per i lavoratori dipendenti con stipendi al di sotto di 1.500 euro mensili.

Il ministro del Lavoro conferma gli impegni del Governo sulla riforma pensioni

Quello a cui starebbe lavorando il Governo Renzi sulla riforma pensioni è "un intervento equilibrato", ha spiegato oggi il ministro del Lavoro osservando sottolineando ancora una volta che "da una parte bisogna fare i conti - ha detto - con il bilancio dello Stato, dall'altra parte- ha aggiunto Poletti - non possiamo tagliare tutti allo stesso modo".

Queste le ultime novità sulla riforma pensioni che arrivano oggi (10 maggio) dall'esecutivo dopo qualche giorno dalle promesse di Renzi sull'Anticipo Pensionistico che ha riacceso le speranze su una maggiore flessibilità in uscita che fronteggi l'eccessiva rigidità della legge Monti-Fornero molto penalizzate anche per i giovani sul piano delle opportunità occupazionali.