L'introduzione di nuovi elementi di flessibilità per l'uscita in anticipo dal lavoro e l'accesso ai prepensionamenti seppur con qualche lieve penalizzazione sul trattamento previdenziale non è una semplice ipotesi ma un impegno concreto del Governo Renzi: così la pensa il presidente dell'Inps Tito Boeri che interviene con un certo ottimismo sulla riforma Pensioni dopo l'annuncio del premier che la scorsa settimana ha parlato dell'Ape, l'Anticipo Pensionistico allo studio dell'esecutivo da inserire nella legge di Stabilità 2017.
Pensioni, il presidente dell'Inps ottimista sulla riforma dopo l'impegno di Renzi
"Il governo - ha dichiarato il presidente dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale - sta lavorando seriamente all'ipotesi di una flessibilità in uscita per le pensioni. Non è - ha spiegato Tito Boeri - una semplice ipotesi". Le novità sulla riforma pensioni sono arrivate dopo un colloquio tra il premier e il presidente dell'Inps che si sono confrontanti sul tema. "Noi - ha detto Boeri che da tempo insiste sulle modifiche alla legge Fornero - siamo contenti di collaborare". Il presidente dell'Inps ricorda il suo impegno per l'introduzione di nuovi elementi di flessibilità in uscita per l'accesso alla pensione anticipata.
Boeri: la riforma Fornero ha bloccato l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro
"Siamo stati noi a denunciare il fatto - ha detto l'economista bocconiano chiamato alla presidenza dell'Inps - che un brusco innalzamento aveva creato non pochi problemi a imprese e bloccato - ha sottolineato Boeri ieri sera ai microfoni del Tg2 - l'ingresso di giovani nel mercato del lavoro".
Il professore della Bocconi ha ricordato i drammatici effetti della legge Fornero - con il "brusco innalzamento" dell'età pensionabile - sul piano sociale e in particolare sul lavoro giovanile. "Abbiamo imprese - ha sottolineato Boeri - con lavoratori bloccati da quella riforma". L'economista bocconiano oggi al vertice dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale dà anche qualche numero sul rapporto lavoro-pensioni.
"Si è stimato che per ogni lavoratore bloccato cinque anni - ha spiegato il presidente dell'Inps - vuol dire un lavoratore giovane in meno in quella impresa e nel settore pubblico è ancora più rilevante".