Continua incessante la lotta dei sindacati, dei comitati e dei lavoratori del settore turistico e stagionale affinchè il Governo corregga quella che è diventata una grossa ingiustizia per questi lavoratori, la Naspi. Purtroppo però continua anche l’incessante silenzio delle istituzioni a cui non sembra interessare per niente la questione. Le ultime novità riguardano un accordo trovato tra sindacati ed associazioni di albergatori e datori di lavoro del settore, un avviso comune per spronare chi di dovere ad intervenire, ovviamente sulla Naspi, ma anche sul cuneo fiscale e sul costo del lavoro.

Nuovi poveri?

Il rischio paventato dai sindacati, che naturalmente trova conferma da una attenta osservazione delle dinamiche del lavoro stagionale oggi, sembra essere quello che questi lavoratori stanno per diventare i nuovi poveri del sistema lavorativo italiano. Un sussidio per disoccupati equo, che conceda un assegno pari ai mesi lavorati, più o meno come era fino all’avvento della Naspi, consentiva a questi soggetti una vita senza eccessi, ma dignitosa. Per esempio, un lavoratore impegnato in 5 mesi di lavoro estivo e magari in uno invernale, riusciva a percepire 6 mesi di disoccupazione tali da rimpinguare il reddito proprio e renderlo dignitoso. Oggi invece, tra riduzione della tempistica delle stagioni, riduzione della Naspi fruibile e norme sul lavoro particolari, questi lavoratori sono altamente penalizzati dal punto di vista reddituale.

La Naspi ed il silenzio del Governo

La Naspi è in vigore dallo scorso anno ma il colpo più duro per gli stagionali arriverà quest’anno. Escludendo infatti i periodi già indennizzati da altri ammortizzatori sociali come Aspi, Mini Aspi e così via, a questi lavoratori verrà concessa la disoccupazione spettante solo per il periodo di lavoro svolto nel 2016, o meglio la metà dei mesi effettivamente lavorati, cioè mediamente, tra i 2 ed i 3 mesi di sussidio.

L’anomalia sta nel fatto che lo scorso anno, il Governo intervenne in salvaguardia di questi soggetti, bonificando le vecchie disoccupazioni e rendendo utile alla durata della nuova Naspi, anche i periodi precedenti già coperti da altri sussidi. Fu una specie di ammissione di colpa del Governo, un correttivo apportato da chi evidentemente aveva capito di aver commesso un errore.

Allora perché non rendere strutturale quella modifica, o correggere le norme di applicazione del nuovo sussidio per disoccupati? Purtroppo la logica dei contributi che sembra essere rilevante anche per il capitolo pensioni, cioè che meno contributi si versano meno diritti si hanno, blocca qualsiasi intervento. Secondo i nostri amministratori, non si può aiutare un soggetto che versa pochi mesi di contributi, come gli stagionali, senza tener conto però della particolare tipologia di queste attività lavorative.

Tutti insieme per il cambiamento

Sono oltre 300mila i lavoratori di questo comparto e sembra che tutte le sigle sindacali, CGIL, CISL e UIL, naturalmente quelle del settore turistico, abbiano trovato una linea comune di protesta con alcune tra le più importanti associazioni di datori di lavoro, tra le quali Federalberghi e Federcamping.

Insieme stanno preparando un documento per chiedere al Governo di correggere le norme per la loro tipologia di attività. Revisione completa della Naspi, per rendere uguale anche per gli stagionali la durata della Naspi concessa ad altri lavoratori. Inoltre, si chiede un intervento drastico sul cuneo fiscale, magari prevedendo sgravi contributivi per questa tipologia di lavoro. Necessario inoltre un intervento sul lavoro irregolare che penalizza i lavoratori ma che costringe i datori a lavorare male ed in malo modo.