Messa in archivio la questione dei furbetti, la riforma della Pubblica Amministrazione riprenderà con i decreti relativi a tutti gli altri aspetti dell'impiego pubblico, primi tra i quali il rinnovo del contrattoper i nuovi comparti e i bonusconnessi al merito dei dipendenti. Proprio questi due ultimi tasselli potrebbero trovare la nuova disciplina nel Testo unico dell'impiego pubblico che verrà discusso nel prossimo mese. La questione del rinnovo contrattuale è quella che desta le maggiori perplessità in considerazione delle scarse risorse stanziate dal Governo Renzi (300milioni di euro più eventualialtri settanta provenienti dalle economie virtuose dei vari enti pubblici) che obbligano l'Esecutivo a fare delle scelte.

Aumenti stipendio statali e rinnovo contratto: quale criterio sarà seguito?

Il bonus di merito, infatti, non potrà essere distribuito a tutti i dipendenti della Pubblica amministrazione (circa 3,1 milioni di lavoratori): proprio per questo il ministro Madiaaveva fatto pensare adun certo tetto di reddito al di sotto del quale verranno, in qualche modo, "risarciti" i dipendenti che hanno in gran parte pagato lo scotto della crisi. Distribuire gli aumenti solo agli statali che percepiscono retribuzioni entro un certo limite potrebbe significare il definitivo abbandono alprogetto dell'ex ministro Brunetta che stabiliva premi al 75 per cento dei dipendenti (il primo 25 per cento avrebbe beneficiatodei bonus più alti), tagliando fuori l'ultimo quarto degli statali, i meno meritevoli.

La riforma Madia dovrebbe mirare a superare la rigidità "classista" del modello Brunetta, pur conservando il principio della premialità per i più meritevoli e per le fasce di reddito meno elevate.

Sblocco contratto statali: con gli aumenti si perde il bonus 80 euro?

Proprio l'ipotetico tetto dei 26 mila euro (riguardante, più o meno, 800 mila statali) potrebbe oscillare verso l'alto, secondo quanto ha riferito nei giorni scorsi il ministro Madia e quindi includere altri statali che percepiscono qualche migliaia di euro in più.

Dipenderà anche dalle simulazioni e da quanto si riterranno apprezzabili gli aumenti ma, in ogni modo, saràquesto lo schema secondo il quale verranno le risorse stanziate(col tetto dei 26 mila euro, l'aumento in busta paga sarebbe di circa 28 euro lordi mensili). Tuttavia trova conferma la problematica posta dalla redazione di Blastingnews poco più di una settimana fa, secondo la quale i redditi che si trovano al limite del tetto, con un incremento dovuto agli aumenti, andrebbero oltre i 26 mila euro e, quindi, verrebbe decretata automaticamentela perdita del diritto di ricevere il bonus di 80 euro voluto da Renzi.

Il Sole 24 Ore di oggi, ripropone lo stesso quesito, indicandocome fascia a rischio i redditi compresi tra i 24 ed i 26 mila euro. Due allora le ipotesi allo studio: la prima è quella di includere gli effetti del bonus Irpef nelle tabelle di premialità che verranno predisposte del ministero, il secondo è quella di prevedere delle modulazioni di aumenti che tengano conto del bonus che già si percepisce.