"Le proposte dei parlamentari del Pd della Commissione Lavoro della Camera sulla flessibilità delle Pensioni sono chiare, non pasticciate e depositate già nella scorsa legislatura". Lo ha detto il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ricordando all'esecutivo la necessità di un intervento strutturale sulla flessibilità in uscita e sui lavoratori precoci.
Ciò si evince anche dalla petizione online lanciata nei giorni scorsi dallo stesso Damiano che finora ha raccolto più di 25 mila firme. Il Governo ha già riaperto il cantiere della previdenza ma finora non è riuscito a dare una risposta esauriente a migliaia di lavoratori e disoccupati penalizzati dalle attuali norme pensionistiche.
L'ex ministro del Lavoro, infatti, tende a dimostrare all'esecutivo come sia possibile attuare un sistema di flessibilità in uscita senza dover sostenere troppi oneri.
Damiano chiede un intervento strutturale
La conferma si ha nella proposta avanzata tempo fa dal deputato del Partito Demoratico riguardante il pensionamento anticipato a partire dai 62 anni di età anagrafica e 35 anni di versamenti contributivi pena una riduzione massima dell'8% sull'assegno previdenziale. Una proposta che potrebbe comportare degli oneri per i primi quattro anni che verrebbero compensati con dei risparmi nei prossimi anni.
"Su questo argomento che influenza molto l'orientamento degli elettori, non bisogna fare annunci avventati o proposte che non colgono l'obiettivo.
Il Premier Renzi è uscito finalmente allo scoperto, anche grazie alla pressione esercitata dal Parlamento, dai sindacati e dai cittadini", ha continuato Cesare Damiano ritenendo positivo il fatto che il Governo si stia concentrando sull'APE.
Ancora da chiarire Quota 41 ed esodati
Restano ancora da chiarire gli argomenti riguardanti Quota 41 a favore dei lavoratori precoci su cui il Governo non è ancora riuscito a dare una risposta concreta oltre al famigerato tema degli esodati che, nonostante le sette misure di salvaguardia approvate finora, sono rimasti privi di una copertura previdenziale. Si tratta di circa 20 mila esodati che, con la vecchia normativa, entro il 2018 avrebbero maturato i requisiti per il pensionamento.