Le ultime novità di oggi 15 giugno sulla riforma pensioni 2016/2017 non possono che riguardare l'esito dell'incontro di ieri tra i sindacati e il governo: i punti fondamentali sono due, il primo riguarda il fatto che la riforma Fornero è intoccabile per cui i suoi parametri restano inalterati, il secondo riguarda l'ipotesi di prestito pensionistico da restituire nell'arco di vent'anni. Le prime reazioni sono state piuttosto dure: durante il programma DiMartedì sono stati invitati prima Di Maio e poi Salvini: il leader del M5S ha sottolineato come il pensionando sia costretto a chiedere un 'mutuo' sui soldi che ha già versato allo stato, situazione inaccettabile perché si tratterebbe di soldi che sono già del lavoratore; il leader della Lega Nord ha utilizzato direttamente la parola 'truffa' per indicare il tipo di intervento pensato dal governo Renzi.

Un altro elemento da sottolineare è l'assenza assoluta, nel dibattito sulle Pensioni, di un riferimento alla condizione dei lavoratori precoci, degli esodati e delle donne.

Prestito pensionistico a 20 anni: news riforma pensioni oggi 15 giugno

Il prossimo appuntamento con i sindacati è per il 23 giugno quando il governo Renzi dovrà svelare altri particolari della sua proposta. Al momento, stando alle ultime news di oggi 15 giugno sulla riforma pensioni 2016/2017, il piano dell'esecutivo, il cui estensore è stato Tommaso Nannicini, bocconiano e renziano di ferro, presenta le seguenti caratteristiche: si potrà uscire anticipatamente dal mondo del lavoro stipulando un prestito (che alcuni ha già definito un 'mutuo') della durata di 20 anni, con rate che contengono anche l'interesse sul debito.

Secondo Nannicini, il ricorso alle banche e alle assicurazioni non è una scelta ideologica per 'aiutare' o 'favorire' le banche, ma si tratta di una decisione necessaria perché lo Stato non può spendere 10 miliardi di euro all'anno per questa forma di anticipo pensionistico; in più, sottolinea sempre il sottosegretario, il prestito ventennale non contiene una vera e propria penalizzazione perché si tratta semplicemente di una 'rata di ammortamento' così come funziona per l'acquisto di una casa tramite mutuo o per l'acquisto di un qualsiasi altro bene con un finanziamento.

Si sottolinea comunque che vi saranno costi differenti per chi perde il lavoro e per chi invece 'sceglie' liberamente di uscire dal mondo del lavoro, minori per i primi e maggiori per i secondi.

Si perde almeno una mensilità all'anno? Studio UIL e news riforma pensioni oggi 15 giugno

Nonostante non si parli di 'penalizzazioni' ma di 'rate di ammortamento', ci si chiede quanto costerà nella pratica la riforma pensioni 2016/2017tramite APE al lavoratore che decide di uscire prima dal mondo del lavoro.

Secondo uno studio recente della UIL, il problema riguarda il tasso di interesse sul 'debito pensionistico'; il calcolo è il seguente: un lavoratore che uscisse soltanto un anno prima di raggiungere il requisito anagrafico, ipotizzando un'indicizzazione all'1% e un tasso d'interesse sul debito pensionistico del 3,5%, a partire da un assegno di 1000 euro lordi perderebbe circa il 7%, il che equivale a dire circa 900 euro, dunque quasi una mensilità all'anno. Il peso del tasso d'interesse ovviamente sarebbe maggiore se il lavoratore decidesse di uscire con più anni di anticipo: il nodo da sciogliere, dunque, riguarda proprio il tasso d'interesse. Secondo i sindacati, è quello il nodo fondamentale, capire chi dovrà pagare gli interessi e in che misura, se ci sarà, in parole semplici, un intervento dello Stato. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.