La pesante sconfitta del PD al primo turno delle amministrative 2016 sta preoccupando l'establishment renziano: le scelte politiche del governo sulla scuola, le pensioni e il mondo del lavoro non sono piaciute ai cittadini e alle cittadine italiane che hanno punito i democratici nelle urne. Il mondo della Scuola è attraversato da alcune trasformazioni radicali che ne potrebbero cambiare completamente il volto: in questi giorni, il tavolo di confronto tra sindacati e governo Renzi è soprattutto intorno al nodo, uno dei più contestati, della chiamata diretta da parte dei dirigenti-manager.
Sono in molti a ritenere che Renzi, qualora non voglia perdere anche i ballottaggi, potrebbe intervenire per cercare di stemperare alcuni rigori della riforma della Buona scuola: su questo punto si segnala un intervento piuttosto interessante pubblicato sul magazine online, La Tecnica della scuola.
Consenso e scuola: un passo indietro su chiamata diretta e ambiti?
Secondo l'approfondimento di La Tecnica della scuola sembra essere oltremodo difficile che il governo Renzi possa sperare che, aprendo a un confronto sereno e serio con i sindacati sulla questione della chiamata diretta, si possa invertire in così breve tempo la rotta dei consensi elettorali. In questo senso, sembra essere veramente difficile che Davide Faraone possa venire incontro alle richieste dei sindacati e, molto probabilmente, la linea dell'esecutivo resterà piuttosto netta: nell'incontro che si è tenuto il 7 giugno, infatti, Faraone ha ribadito il suo appoggio completo alla linea del legislatore per quanto riguarda i poteri dei presidi.
Dal momento che la sconfitta elettorale sembra essere un dato certo, il governo e Renzi in persona potrebbero pensare ad un cambio di strategia e di comunicazione: la promessa da parte di Faraone di rivedere la questione mediante un emendamento da inserire nella prossima legge di stabilità.
Il nodo del referendum di ottobre: il mondo della scuola decisivo?
Secondo La Tecnica della scuola, dunque, è possibile che il governo Renzi, mediante Davide Faraone, possa fare delle promesse al mondo della scuola in vista della legge di stabilità 2017. La questione sembra essere chiara: Renzi non ha puntato molto sulle elezioni amministrative 2016, ma ha deciso di giocarsi tutta la sua credibilità politica sul referendum di ottobre.
È chiaro come il mondo della scuola, che ha un 'indotto' di voti molto ampio, potrebbe essere decisivo o comunque importante anche per quella tornata 'elettorale': è possibile, dunque, che il governo Renzi possa concedere qualcosa ai docenti e alla scuola, dal momento che l'emorragia di consensi al suo esecutivo rischia di essere difficilmente tamponabile. Molti commentatori sottolineano come non dovrebbero essere considerazioni di carattere elettorale a guidare riforme tanto delicate come quelle della scuola, ma tutti sono concordi sul fatto che Renzi stia pensando a interventi che possano riconquistargli i voti del mondo della scuola. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.