Una delle questioni più controverse connesse alla riforma della 'Buona scuola' riguarda il nodo della 'chiamata diretta' da parte dei dirigenti scolastici e quello, strettamente connesso, delle utilizzazioni triennali. Le posizioni dei sindacati sono state piuttosto nette, così come anche la risposta da parte del Miur, nonostante il tentativo di Davide Faraone. Sulla questione è intervenuta di recente il ministro Giannini, la quale, ospite di Mix24 di Minoli, ha spiegato perché non è corretto definire 'chiamata diretta' il dispositivo definito dal suo governo.

Il nodo è quello che, nella Pubblica Amministrazione, si dovrebbe entrare mediante concorso pubblico e non con una logica di carattere aziendalistico per cui si sceglie al di là dei criteri oggettivi come le graduatorie. La domanda che ancora ci si pone è come funzionerà, ad esempio, dopo il concorso Scuola 2016 il meccanismo delle assunzioni: chi, nelle graduatorie, risulterà nei primi posti potrà essere scavalcato da chi è finito più dietro?

La 'battuta' della Giannini sulla questione della 'chiamata diretta'

Stefania Giannini, ospite di Minoli a Mix24, ha parlato proprio della questione della 'chiamata diretta' e alla domanda precisa dell'intervistatore il ministro ha risposto in questi termini: non si tratta di chiamata diretta, perché nella PA si entra attraverso concorso, ma di una scelta dei docenti più adatti a ricoprire un determinato ruolo all'interno di un determinato piano dell'offerta.

Non si tratta – ha proseguito la Giannini – della possibilità di scegliere chi è 'fuori sacco' ma che tra la Giannini e Minoli, un preside può scegliere la Giannini perché ne sa più di filosofia e la ritiene più adatta a ricoprire quel ruolo d'insegnante. Insomma, il fondo della questione non sembra cambiare: anche se non è da chiamarsi 'chiamata diretta', resta vero il fatto che sarà il preside a scegliere il personale della propria scuola.

La verità sulla contrattazione sindacati-governo sulla 'chiamata diretta'

La questione della 'chiamata diretta' incrocia il nodo della mobilità straordinaria: il Miur vorrebbe proseguire sulla sua strada e permettere che sin da subito tutto si svolga secondo la nuova normativa sulla selezione che prevede 'la scelta del più adatto' a cui conferire l'incarico triennale; i sindacati, invece, vorrebbero che l'applicazione del comma 79 slittasse e non si applicasse anche a questa fase.

Insomma, i sindacati cercano il compromesso, ma non sembrano in grado di ottenerlo per il momento; è possibile, dunque, che la concertazione non vada a buon fine e si tratterebbe di una nuova sconfitta per le organizzazioni sindacali. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.