In tema diresponsabilità professionale, l'avvocato deve rispettare una serie di obblighi e prescrizioni. Tuttavia, nonostante questi siano formalmente esistenti e conosciuti da sempre, la maggioranza dei professionisti agisce nella erronea supposizione di una loro non rilevanza. A tal fine, il Consiglio Nazionale Forenseribadisce e fa luce su uno dei tanti obblighi che caratterizzano il "modus operandi" dell'esercizio della libera professione forense. L'avvocato risulta deontologicamente responsabile se non procede a retribuire il collega che è stato direttamente incaricato, in caso di inerzia da parte del cliente.

L'assunto in questione è stato ribadito dalla sentenza n.151 del Consiglio Nazionale Forense, resa pubblica sul relativo sito pochi giorni fa. Il Consiglio si è pronunciato sul compenso dovuto al domiciliatario; nel far ciò, conferma l'esistenza dell'obbligo di soddisfare gli incarichi affidati ad altri colleghi da parte del "dominus". L'obbligo di retribuzione sussiste nella sola ipotesi in cui non vi provveda la parte rappresentata.

Il caso concreto e la "ratio" della responsabilità deontologica

Nel caso di specie, i protagonisti della vicenda sono un avvocato del foro di Roma e uno del foro di Tivoli. Il primo, a seguito del mandato del proprio assistito, aveva nominato la collega del foro di Tivoli.

Dopo la sentenza con esito favorevole, aveva contattato quest'ultima per poter ricevere una copia del provvedimento, tralasciando ogni cenno sul pagamento relativo alle competenze poste in essere. Il Consiglio Nazionale Forense, dopo aver riscontrato l'impossibilità, per l'avvocato domiciliatario, di poter procedere ad una richiesta diretta nei confronti del cliente, ha confermato l'applicabilità dell'articolo 43 del codice deontologico, ravvisando nel "dominus" un comportamento scorretto e sleale posto in essere nei confronti della collega.

Sottolinea, inoltre, che i principi di lealtà e di correttezza devono assurgere ad indici guida del giusto esercizio dell'attività professionale. Per le novità in ambito processuale, si segnala la previsione della riformadel nuovo processo civile.