"I primi interventi di salvaguardia potevano apparire come necessari perfezionamenti della riforma, sollevavano problemi operativi limitati e rispondevano a un chiaro obiettivo di politica economica", così l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale si è dimostrato contrario all'introduzione di un'ottava misura di salvaguardia.
Inps contraria alla misura di salvaguardia
Un'altra delusione, quindi, per oltre 30 mila esodati rimasti esclusi nelle precedenti misure di tutela che attendevano una copertura previdenziale dopo che, le norme introdotte nella Riforma Fornero ha reso ancora più difficoltosa l'accesso alla pensione.
Secondo l'Inps, infatti, applicare l'ottava misura di tutela porterebbe ad una politica passiva volta a tutelare platee più ampie di beneficiari visto che, non si concentrerebbe in modo specifico su circa 30 mila lavoratori che nel 2012 hanno dovuto fare i conti con le norme contenute nella vecchia riforma pensionistica.
A niente, quindi, sono servite le continue insistenze del Partito Democratico ed in modo particolare del Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che già nel lontano 2013 ha dato vita alla battaglia volta a ripristinare la flessibilità in uscita per migliaia di lavoro con maggior riguardo agli esodati.
Nonostante l'approvazione delle sette precedenti misure di salvaguardia che hanno posto sotto tutela circa 170 mila lavoratori, altri 30 mila esodati rimangono esclusi.
Un filo di speranza perpetrava dalla volontà del Governo di approvare un'ottavo e definitivo provvedimento di tutela. Cosa andata in fumo, dopo l'ulteriore freno imposto dall'Istituto di Previdenza che considera la misura uno strumento di politica passiva.
Ottava salvaguardia, probabile inserimento nell'Ape
Ciò fa pensare ad un probabile inserimento di un provvedimento nell'Ape, il cosiddetto anticipo pensionistico su cui si sta concentrando tuttora l'esecutivo affinchè possa salire sul treno della Legge di Stabilità.
Intanto Damiano ritiene soddisfacente il lavoro svolto dalla Commissione Lavoro alla Camera negli ultimi anni: "Il fatto che su 92.729 Pensioni finora liquidate con le sette salvaguardie ben l'88 % sia collocato all'interno di un tetto di 3.000 euro lordi al mese è positivo perchè vuol dire che abbiamo tutelato il ceto medio", ha detto Damiano.