Il tema Pensioni è da sempre motivo di scontro tra sindacati e governo. Quest'ultimo ha messo al vaglio delle associazioni sindacali cinque proposte. Vediamo quali temi vengono toccati:
- Ape;
- lavoratori precoci;
- lavori usuranti;
- aumento pensioni a rischio soglia di povertà;
- estensione della 14^ mensilità e no tax area.
I sindacati chiedono fondi che raggiungano almeno la cifra di 2,5 miliardi di euro, la il governo è disposto a concederne poco più della metà.
L'Ape, precoci e ricongiunzioni non onerose: le proposte del governo
L'Ape: il governo vuole adottare l'anticipo pensionistico con prestito bancario per chi ha compiuto e superato i 63 anni d'età (63 anni e 7 mesi). Questa particolare forma di sostegno consiste nell'erogazione di un prestito che il pensionato dovrà restituire in 20 anni con piccoli rimborsi prelevati sull'assegno mensile. Chi esce dal mondo del lavoro con tre anni d'anticipo dovrebbe restituire il 15% mensile sul totale di quanto percepito ed è prevista un'assicurazione a tutela in caso della dipartita precoce.
Precoci: altro tema che non lascia indifferenti e che va a toccare la vasta platea di lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi già prima dei 18 anni.
I lavoratori che appartengono alla quota 41 e che dovrebbero lasciare il mondo del lavoro sono circa 4 milioni. Il governo sta valutando se permettere l'uscita tra uno o due anni e con un bonus di riduzione dai 4 ai 6 mesi.
Ricongiunzioni non onerose: il governo vuole eliminare dalle spalle dei lavoratori la spesa degli oneri dovuti per chi ha versato contributi in due gestioni separate. Il governo sta cercando una soluzione per eliminare il problema alla radice.
Quattordicesima, no tax area e attività usuranti
Quattordicesime: il governo sta valutando su quale fronte agire. Il primo prevede l'erogazione di una somma di circa 100 euro per i pensionati che già la percepiscono (media percepita di 750 euro al mese) o erogarla anche ai pensionati che percepiscono fino a 1250 euro mensili.
attività usuranti: questo capitolo deve essere ancora ben definito ma si presuppone il governo voglia concedere benefici ai lavoratori che prestano al loro opera per attività lavorative "particolari".