"Si deve impedire che ci siano nuovi poveri: bisogna intervenire sulle categorie più deboli per assicurare loro la flessibilità del sistema pensionistico mandandoli in pensione prima e impedendo che divengano nuovi disoccupati poveri". Lo afferma il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, intervenendo sul dibattito in corso riguardo il confronto con l'UE. L'esponente democratico è tornato a chiedere al Premier Renzi di prendere posizione, ricordandogli che non può "essere keynesiano in UE e alfaniano in Italia". D'altra parte, la discussione sulla flessibilità e sui vincoli europei appare oggi più che mai centrale, in un momento nel quale Bruxelles si trova a confrontarsi da un lato con la questione dell'austerità e della rigidità dei conti, dall'altro con il problema dell'accoglienza.

Il Parlamentare ha ricordato la battaglia fatta dal Premier in Europa proprio in merito a questa vicenda, ma chiede che lo stesso atteggiamento venga assunto anche nelle questioni di politica interna del Paese, al fine di tutelare chi vive situazioni di disagio.

Riforma pensioni, problema della povertà riguarda anche i giovani

Stante la situazione, il punto chiave del ragionamento portato avanti dall'esponente democratico è che i problemi dell'attuale mercato del lavoro tendono a ripercuotersi sul sistema previdenziale. Per fare un esempio, l'On. Damiano ricorda che i giovani disoccupati e lavoratoripoveri di oggi sono destinati ad essere poveri anche nel giorno in cui otterranno la pensione, vista l'entità ridotta dei contributi versati presso l'Inps.

Il senso è quindi quello di rimettere in moto il turn over, offrendo garanzie tanto a chi otterrà l'agognata quiescenza quanto a chi entrerà nel mondo del lavoro. "Dobbiamo dare ai giovani un lavoro relativamente più stabile e di qualità". Il pensiero corre agli incentivi in favore del contratto a tutele crescenti, che il Parlamentare ha chiesto più volte di rendere strutturali.

Ma un intervento importante dovrebbe riguardare anche l'area dei voucher, utilizzati spesso in modo improprio con la conseguenza di estendere l'area del precariato.

Pensioni flessibili: garantire le uscite a partire dai 62 anni di età

In merito al tema dei pensionamenti anticipati il Presidente della Commissione lavoro torna a chiedere al Premier di garantire l'uscita dal lavoro a partire dai 62 anni di età.

Ricordiamo che attualmente le discussioni in corso prevedono invece un anticipo massimo di 36 mesi, chequindi fermerebbe l'accesso all'Inps sullasoglia dei 63 anni. Resta comunque il focus sul fatto che l'agenda sociale debba produrre cambiamenti profondi in merito apovertà, lavoro e Pensioni. "Una volta il lavoro era dignità, cittadinanza, pensione, casa. Se non partiamo da questo dato, non abbiamo capito niente e le statistiche continueranno a dirci che i poveri continuano ad aumentare".

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