Il concorso docenti 2016 lascia dietro di sé strascichi sempre più pesanti. Sul Corriere della Sera Gian Antonio Stella tratta l'argomento dell'elevato numero dei bocciati al mega progetto che porta la firma di Giannini - Renzi. La frase con la quale inizia l'articolo è la seguente: “Meglio un somaro in cattedra o un somaro a spasso?”. Una frase pesante che non è stata bene accolta dai docenti. Numerosi i commenti negativi: una frase che va a posarsi nel mezzo di una situazione quanto mai delicata, all'interno di un panorama fitto di problemi non ancora dipanati.

Docenti bocciati al concorso scuola 2016

Inizia con una frase provocatoria l'articolo scritto da Gian Antonio Stella. Il giornalista si chiede, infatti, se la vasta platea di docenti bocciati al concorso scuola 2016 sia dovuto alle scarse conoscenze che compongono il bagaglio culturale dei candidati che hanno preso parte alle prove scritte e orali. In base ai dati in nostro possesso, riportati sul sito "La tecnica della Scuola" è possibile apprendere che oltre il 55% dei candidati è stato bocciato. In molti si chiedono se le prove da sostenere non siano state troppo dure. Il giornalista Gian Antonio Stella punta invece su un'altra teoria: le prove sono troppo dure o i candidati sono somari? Quest'affronto, così è stato interpretato da molti dei diretti interessati, non è piaciuto, anzi.

Molti sono stati i pareri negativi e i commenti in merito a tale situazione. Non tutti si dicono d'accordo con questa teoria: Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, ha definito la grande macchina della Buona Scuola, con riferimento quanto mai esplicito al concorso docenti 2016, come una procedura concorsuale piena di limiti e difetti.

Stesso parere da parte dell'Anief: quest'ultimo ha definito il concorso scuola 2016 come un susseguirsi di "errori clamorosi". Come è possibile che docenti capaci, con abilitazioni conquistate con impegno e fatica, con una vasta esperienza, in possesso di una laurea possano essere definiti somari? Un insulto oltraggioso, un giornalismo che non tiene conto del momento delicato e della situazione alla quale fa riferimento.

Insomma, la frase non è piaciuta e la situazione non fa che inasprirsi. Nel mezzo ci sono i candidati, loro, i docenti che hanno sostenuto le prove e che attendono di sapere quale giudizio verrà dato loro, ma soprattutto quale destino lavorativo li aspetta.