Non tarda ad arrivare la risposta del Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano in merito alle nuove prese di posizione della Banca Centrale tedesca sulla necessità di aumentare l'età pensionabile dei lavoratori fino ai 69 anni. "La Bundesbank mette in guardia i tedeschi: nel 2060 dovranno lavorare fino a 69 anni per mantenere sostenibile il sistema e dare Pensioni adeguate ai giovani.
Noi informiamo la Bundesbank che gli italiani nel 2046, cioè 14 anni prima di quello che si vorrebbe per i tedeschi, dovranno avere almeno 69 anni e 5 mesi di età". L'esponente democratico spiega che tale situazione non potrà che congelarsi senza nuovi interventi normativi, mentre torna a criticare la scelta di inasprire i criteri di quiescenza anagrafici e contributivi come soluzione per garantire la sostenibilità dei conti pubblici e del welfare previdenziale in Europa.
Riforma pensioni: l'austerità è una medicina sbagliata
Proprio in merito agli interventi di austerità il Presidente della Commissione lavoro ha ricordato tramite un post pubblicato sulla propria bacheca di Facebook che "la medicina non è quella di alzare continuamente l'età pensionabile e popolare le aziende di anziani", quanto piuttosto quella di procedere alla flessibilizzazione del sistema attualmente in essere.
Solo in questo modo sarà possibile andare incontro alle necessità dei pensionandi (prevedendo anche un'integrazione al minimo dei loro assegni). Mentre lo stesso discorso deve tenere in considerazione anche il problema di chi entra ora nel mondo del lavoro, visto che la disoccupazione giovanile conseguente al blocco del turn over e la precarietà lavorativa restano ancora tra i nodi da sciogliere nel comparto.
Pensioni: il tema della flessibilità tra le sfide di settembre 2016
Stante le dichiarazioni appena riportate, il tema della flessibilità previdenziale sembra destinato ad essere anche quest'anno oggetto di un'accesa diatriba tra chi ritiene che si debba mantenere il sistema in equilibrio tramite interventi di austerità e coloro che vedono nella flessibilità stessa un'occasione per rilanciare il turn over lavorativo e l'economia del Paese.
D'altra parte, non è un mistero che la stagnazione dell'economia italiana registrata negli ultimi mesi rischia di ridurre le già esili risorse a disposizione per gli interventi di tutela nella previdenza. "Un fantasma si aggira per l'Italia, quello della bassa crescita" aveva ricordato l'On. Damiano negli scorsi giorni. "L'Istat prevede un risicato +0,6% per il 2016. La conseguenza che tutti paventano è una riduzione di risorse per la legge di bilancio, condizione che renderà più cruenta la lotta per la loro destinazione".
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