Procede il lavoro del Governo e delle rappresentanze in fatto di definizione dei contenuti della nuova Riforma.Se però il capitolo APe può dirsi già concluso, ancora incerta è la sorte delle migliaia di lavoratori precoci che da tempo attendono l'introduzione di manovre ad hoc per la categoria. Nel dettaglio tutti i progetti in cantiere per i mesi avvenire.

Pensioni anticipate: l'APe

Il prestito previdenziale, altrimenti detto Anticipo Pensionistico o APe, è quel provvedimento che permetterà ai nati tra il '51 e il '53 di accedere anticipatamente all'assegno pensionistico.

In questo caso,coloro che ne faranno richiesta potranno usufruire di un anticipo da rimborsare nei primi vent'anni successivi.

La scelta della suddetta modalità di prepensionamento non sarà però priva di penalizzazioni, che si tradurranno in una riduzione dell'assegno rispetto all'importo originario per ogni anno di anticipo.

La quattordicesima

La quattordicesima è quel bonus percepito dai pensionati con un reddito più basso di 10 mila euro. A oggi la incassano 2 milioni di italiani, e in qualche caso il suo ammontare arriva a ben 500 euro. Le intenzioni del Governo sarebbero quelle di alzare il tetto di reddito a 13 milioni arrivando a coprire altri 2 milioni di italiani. In alternativa, sarebbe da considerare anche l'ipotesi di un rimpolpo delle quattordicesime già percepite, manovra che assicurerebbe un impatto decisamente minore sul fronte costi.

D'altro canto, il ritorno in consensi sarebbe più debole, e ricordiamo che il referendum di ottobre è vicino.

Pensioni precoci: il punto

Dopo il breve excursus introduttivo sulle probabili evoluzioni generali del sistema previdenziale, passiamo ad analizzare più nello specifico il caso precoci. Rientrano nella categoria dei precoci tutti quei lavoratori che hanno fatto il proprio ingresso nell'ambito professionale tra i 14 e i 18 anni versando regolarmente i contributi corrispettivi.

Per ora, il loro destino è decisamente più incerto. Di fatto, se all'inizio si parlava di Quota 41, opzione che avrebbe permesso agli interessati di andare in pensione allo scattare dei famigerati 41 anni di contributi, oggi non sono state ancora definite con certezza le disposizioni che il Governo andrebbe ad attuare a loro vantaggio.

Una prima idea sarebbe quella della concessione di 4 o 6 mesi di contributi gratuiti, ovverosia pagati dallo Stato. Nell'ultimo confronto tra sindacati ed Esecutivo, la misura è stata in parte scartata perché troppo costosa. Da un approfondimento maggiore capiamo però come il punto sia racchiuso nella definizione stessa di "precoci": se per rientrare nella categoria fosse davvero necessario solo un mese di contributi racchiuso nel periodo tra i 14 e i 18 anni, i costi sarebbero indiscutibilmente troppo alti. Al contrario, se il requisito richiedesse la copertura di un anno intero o più, l'attuazione della manovra risulterebbedecisamente semplificata.

Per ulteriori aggiornamenti, clicca sul tasto"Segui"accanto alla firma. Se la news ti è piaciuta, condividila sui social!