Le domande per il part time agevolato stentano a decollare, stante che le richieste presentate fino ad ora dai lavoratori a partire dal 2/06 sono solo 238, mentre una parte importante di queste (ben 84) non hanno ottenuto accoglimento da parte dell'Inps. La misura consente al pensionando di flessibilizzare l'ingresso nella pensione pubblicadiminuendo il carico di lavoro e mantenendo allo stesso tempo la continuità di versamento grazie ai contributi figurativi, mentre il possibile taglio dello stipendio resta comunque calmierato dal contributo del datore di lavoro.
Di fatto, è possibile ottenere una riduzione del proprio orario di lavoro dal 40% al 60%,frenandoil taglio in busta paga e ricevendo il 70-60% della retribuzione a tempo pieno. Ma la misura resta comunque limitata in partenza già nella platea dei potenziali destinatari, visto che i requisiti utili per avanzare la domanda richiedono un contratto indeterminato nel settore privato oltre al raggiungimento dei 20 anni di contribuzione
Pensioni anticipate e part time: sperimentazione sull'invecchiamento attivo
Stante la situazione appena descritta, l'idea del ricorso al tempo parziale non sembra essere stata finora accolta con entusiasmo dai lavoratori, seppure i limiti posti al suo accesso hanno probabilmente contribuito alla scarsità di richieste.
È anche vero che il tentativodi ricorrere ad uno strumento di supporto all'invecchiamento attivo deve essere visto come un accompagnamento a misure diwelfare e non può certamente rappresentareuno strumento di flessibilità previdenziale. Anche l'esclusione del lavoratori della PA sembra aver giocato un ruolo importante nella scarsità di domande avanzate presso l'Inps, visto che nel privato la convenienza dei datori di lavoro resta comunque limitata.
È chiaro che la fase sperimentale sembra perciò destinata ad avere un impatto molto limitato rispetto alla platea dei potenziali fruitori qualora le maglie dei requisiti si allargasse a tutte le tipologie di lavoratori.
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