Il Foglio, quotidiano nazionale, attacca docenti e studenti. Il giornale è nato vent'anni fa a Milano, precisamente il 30 gennaio 1996 da un'idea di Giulio Ferrara. Ora è diretto dal palermitano Claudio Cerasa. Secondo gli ultimi dati forniti da Il Fatto Quotidiano, Il Foglio ha incassato dal 1997 e per 17 anni oltre 50 milioni di euro di contributi pubblici, ovvero 8 mila euro al giorno, 250 mila euro al mese e 2 milioni e 994 mila euro all'anno. Dopo la lettura di tali cifre, il giornalista Gianmaria Roberti si è domandato come fosse possibile che così ingenti contribuiti pubblici venissero intascati da un giornale che proponeva 'titoli del genere'.

Ecco l'attacco agli studenti e ai docenti

In effetti il titolo è tutt'altro pacato: 'I terroni somari ma promossi con la lode'. L'attacco rientra nella peggiore retorica anti meridionale, bollando la gente del sud come terroni e facendo non uno ma dieci passi indietro. Viene sempre detto che l'Italia è un paese che guarda avanti, ma a guardarci intorno sembra che stia regredendo. Inoltre, Il Foglio in questo modo non solo attacca gli studenti, ma anche i docenti direttamente ed indirettamente.

Indirettamente, perché presuppone che il corpo docente non è in grado di preparare i suoi alunni e di porli al pari dei loro 'coetanei del nord'. Non solo non sarebbe in grado di fornire loro la giusta preparazione, ma nemmeno di saperli giudicare, visto il numero considerevole di lodi.

La 'motivazione' de Il Foglio

L'attacco del quotidiano è chiaro, ma c'è da capire da dove nasce tutta questa sicurezza tale da bollare gli studenti del sud come dei 'terroni somari'. Si fa riferimento ai dati dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che indica che il livello di preparazione degli studenti del sud dieci anni fa era più basso rispetto a quelli del nord.

Tutto ciò però stride col numero 'vertiginoso di lodi' in cui primeggio il Mezzogiorno negli ultimi esami di maturità.Questo significa che i docenti premierebbero i loro alunni somari con voti che non meritano realmente.

Inoltre, il giornalista Roberti sottolinea come ci sia un volo pindarico, collegando questa realtà con la mobilità docenti, come se quest'ultimi non dovrebbero protestare per questi esodi, visto che non sono riusciti a valutare nemmeno i propri alunni. Ma la protesta dei docenti certo continua e non si fermerà qui.